SorrisoDiverso

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Di Aura Pammer
Come ci ricorda Rebecca Bloomwood nel film ‘I love Shopping’, lo shopping è una delle passioni più grandi che una donna possa avere. Quindi, cosa ci rende ancora più invogliate a procedere con gli sfrenati acquisti? La risposta può solo che essere una: Saldi!
Luglio si sta avvicinando e il conto alla rovescia diminuisce drasticamente. A pochi giorni dai SALDI, proviamo ad inserirci nell’ottica degli sconti e magari potremmo trarne qualche consiglio ed escamotage per sopravvivere a questa battaglia.
Perché, sì, in molti casi è una vera e propria battaglia. D’altra parte, solo per trovare la forza di uscire di casa e affrontare l’afa estiva che ormai ci ha travolti, ci vuole molta energia e soprattutto voglia. Certo, esiste lo shopping online, che ormai è ancora più usuale dello shopping tradizionale, ma dovremmo rinunciare veramente a toccare i nostri preziosi vestitini per poi provarli e prenderli anche ad un prezzo ragionevole? Non sempre.
I saldi sono un po’ il dilemma di una donna, forse anche di qualche uomo, perché il saldo ti mostra un capo scontato e subito iniziano le domande più frequenti:’ perché è scontato? Ma quella è la nuova collezione? È in sconto?’ Ovviamente no. Il saldo, però, ci permette di acquistare un capo ad un prezzo, se vogliamo, conveniente.
Altro enorme step della battaglia: I primi giorni. Vogliose o non, usciamo tutte dalla tana in cerca dei capi migliori in sconto, altrimenti nei giorni successivi probabilmente troveremmo i scarti ai quali neanche gli sconti più convenienti riescono a donare una possibilità di successo.
Vogliamo invece parlare di quanto sia complicato non lasciarsi abbagliare dalle nuove collezioni? In quel momento sembrano cosi adatte alle nostre esigenze, cosi alla moda, perfette per possibili abbinamenti che ci eravamo sognate ed organizzate da tempo.
In conclusione, per affrontare questo nuovo periodo, ci servono tanta voglia, tanta pazienza e soprattutto un nuovo posticino nel nostro armadio. Cosa aspettate? Prima del tuffo nelle acque ci vuole un bel tuffo nei negozi che più ci piacciono. Per tutte le regioni e negozi ci sono date d’inizio diverse e si trovano nel calendario online ma ci siamo quasi, preparatevi!

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Di Alessio Cavazza
Il terrorismo è un fenomeno che purtroppo esiste da molto tempo e da molto tempo va avanti senza riuscire ad essere fermato.
Nonostante questo, c'è un'intera generazione che sembra collegare la parola terrorismo solamente alla serie di attacchi da parte dello Stato Islamico: a partire dall'episodio relativo la redazione di Charlie Hebdo e ricordando, al massimo, l’attentato delle Torri Gemelle. In questo modo si ignorano episodi precedenti o accaduti in zone meno vicine, e quindi meno esposte ai media.
Alla luce degli ultimi avvenimenti (attentato all'aeroporto di Istanbul, le vittime di Dacca, etc…) mi è sorto un timore: per questa generazione la paura si può trasformare in abitudine?
Può la cadenza quasi regolare degli ultimi attentati, che ci ricorda l'impossibilità di dimenticare, fare in modo che questi avvenimenti diventino semplicemente qualcosa con cui convivere e contro cui non si può fare nulla?
Credo proprio che sia quello che sta succedendo, dal momento che il massimo che si riesce a fare dopo un attentato è mettere una bandiera e una frase (che poi è sempre la stessa) sui social.
Nel caso in cui avessi ragione, vorrebbe dire che chi tiene i fili di quelle marionette che sono i terroristi è riuscito nel suo intento, perché l'abitudine è molto più difficile da combattere della paura.

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L’ennesima Strage
Di Aura Pammer
Spesso ci capita di pensare come finirà questo strano percorso chiamato Vita. Insomma, perché mai qualcuno dovrebbe pensare alla propria morte come a una decisione presa da un altro essere umano. Umano, non solo vivente, in grado di pensare, di ragionare e di comunicare. Allora, perché ancora nel 2016 ci giungono notizie del tipo ‘un uomo ha ucciso 50 ragazzi’ o milioni di altre notizie simili?
Non essendo una psicologa non riesco a darne una giustificazione da questo punto di vista, ammesso che possa esistere. Umanamente parlando, con quale diritto, con quale capacità, secondo quale principio un uomo riesce ad arrivare a tali gesti?
Si è parlato di un presunto collegamento con la realtà disumana dell’ISIS, si è parlato di droghe, di menti instabili, eppure nessuna giustificazione valida per l’atroce morte di 50 ragazzi, che il 12 giugno 2016 si stavano semplicemente svagando, come tante altre sere di routine, al Pulse, locale di Orlando in Florida.
Dimentico, un locale ‘GAY’? No, non l’ho dimenticato, ma non l’ho sottolineato, perché non dovrebbe essere un motivo, una ragione, una giustificazione nel 2016. Eppure, nonostante la tecnologia all’avanguardia, i secoli trascorsi e la nuova era, la mente di alcuni sembra non volersi aprire, sembra voler restare chiusa, povera, ignorante. A questo punto l’appello a tali menti, sarebbe di tenersi la propria opinione per sé, di rispettare l’opinione altrui e di continuare a vivere pensando alle proprie glorie, gioie e felicità. Purtroppo invece, la maggior parte di queste persone, si bloccano, alzano un muro e alcuni vogliono persino imporre la propria idea, ma non sempre in modo cauto e civile, dando il via a vere e proprie stragi.
Purtroppo per le vittime di Omar Mateen, come Eddie Justice, Amanda Alvear, Martin Torres e tanti altri, la vita si è fermata in un attimo, tra lacrime, paura e terrore. Ovviamente i media ne parlano e ne riparleranno per i prossimi due mesi, poi però cadrà anche questa notizia nel buio, e resterà soltanto il dolore implacabile delle famiglie delle vittime.
Noi esseri Umani dovremmo comprendere che la vita è una sola, ogni singola piccola vita vale tanto quanto l’altra e non si differenzia per provenienza, religione, orientamento sessuale o qualsiasi altro piccola diversità. Diverso è bello, è curioso, interessante, nuovo e poi chi siamo per dire cosa è normale?
In memoria di tutte le vittime di tali stragi,
definite da me Inutili e piu che evitabili.
Aura Pammer