SorrisoDiverso

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di Martina Prisco
Amanti del cinema e non, se sono settimane che non riuscite a vedere un film perché nessun trailer vi ha convinto, sono più che certa che per il mese di luglio andrà diversamente! Novità, sequel, prequel, italiani e non, di vari generi e con cast stellari: di certo avrete l’imbarazzo della scelta. Ma non perdiamo tempo, e cominciamo subito a scartabellare le nuove uscite.
Iniziamo con un film drammatico, The Zero Theorem. Diretto da Terry Gilliam, la pellicola è del 2013, e in Italia la vedremo sul grande schermo con ben tre anni di ritardo. Nel cast Matt Damon e Christoph Waltz: io, personalmente, non ho bisogno di altro per prenotare i biglietti. In uscita il 7/07
Per i nostalgici dei “bei film”, troviamo due attesissime pellicole: Ghostbusters 3D e Star Trek Beyond, il primo nelle sale dal 28/07, il secondo dal 21/07. Il nuovo Star Trek è il tredicesimo film della saga, sequel di Star Trek Into Darkness (2013), ed è diretto da Justin Lin, mentre Ghostbusters affronterà una linea ben diversa dall’originale del 1984. Difatti, stavolta il cast sarà al femminile, e la storia semplicemente ispirata al precedente colossal. Infine, dal 28 luglio, torna Jackie Chan nelle sale, con Skiptrace – Missione Hong Kong.
Altro attesissimo film, è sicuramente The Legend of Tarzan (17/07). Apparentemente il sequel live-action del noto cartone Disney. Vedremo nel ruolo dei due protagonisti, Tarzan e Jane, Alexander Skarsgård e Margot Robbie, la splendida attrice che ha fatto impazzire il grande pubblico in The wolf of Wall Street e nel trailer del prossimo Suicide Squad (che uscirà ad agosto). Altri membri del cast: Christoph Waltz nei panni del capitano Léon Rom, e, nel ruolo di George Washington Williams, Samuel L. Jackson. Se siete fan sfegatati di Jackson, potrete fare il pieno: infatti, dal 14 luglio, potrete rivederlo nel film d’azione Cell, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, in compagnia del fantastico John Cusack.
Per quanto riguarda i film d’animazione, il 20/07 uscirà Top Cat e i gatti combina guai, prequel di Top Cat, adatto a tutta la famiglia. Altra pellicola per adulti e bambini è Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra, che vede nei ruoli dei quattro protagonisti Alan Ritchson (Raffaello), Noel Fisher (Michelangelo), Pete Ploszek (Leonardo) e Jeremy Howard (Donatello), con la partecipazione di Megan Fox e la modella di Victoria’s Secret Alessandra Ambrosio.
Gli amanti delle commedie avranno vasta scelta: oltre alle già citate, possiamo aggiungere Una spia e mezzo (14/07) e le nostrane Quel Venerdì 30 Dicembre (21/07) e Solo per il weekend (07/07). Dal 14, inoltre, potremo vedere Bastille Day – Il colpo del secolo, un film d’azione ambientato a Parigi che vanta nel cast Charlotte Le Bon, il talentuoso Richard Madden e Idris Elba.
Personalmente, sono rimasta impressionata dai tre horror che usciranno al cinema in questo mese, e sono certa che gli amanti del genere non vorranno farsi scappare queste pellicole, le quali stanno alimentando alte aspettative. Sto parlando di It follows (06/07), incentrato sugli incubi di una giovane studentessa legati al sesso e ai suoi tormenti amorosi, La notte del giudizio – Election Year (28/07), terzo capitolo della saga La notte del giudizio, e, infine, l’intrigante Goodnight, mommy, horror austriaco ambientato nelle periferie di Vienna, che affronta la nostra attuale “società dell’apparire”, la quale contribuisce a rendere illusorio e ambiguo tutto ciò che osserviamo (esce il 27/07). Concludiamo, poi, con due documentari: David Bowie is (11/07) e Sexxx (04/07), i quali ripercorrono le carriere artistiche dei rivoluzionari David Bowie e Matteo Levaggio.
Un’ampia scelta come questa, può solo invitare a passare gli afosi pomeriggi estivi in una fresca sala.
“Vi ho convinti?”

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Di Daniel Aita
Fermiamoci a pensare: “la violenza nei videogiochi è davvero dannosa per gli adolescenti”?
Molto spesso svariati adulti tendono ad osservare le nuove tecnologie con uno sguardo di diffidenza e imputano alle ore che i propri figli passano davanti a uno schermo la natura del loro essere sgarbati o svogliati. Qualsiasi comportamento negativo del ragazzo viene da loro automaticamente collegato al videogame, ma è davvero così? Secondo alcuni studi effettuati negli ultimi anni è emerso che i videogiochi rendono incapaci di sostenere rapporti sociali, intellettualmente pigri, aggressivi e molto altro. Certamente un’esagerazione può portare danni al proprio corpo, ma questo solo in casi estremi che variano da persona a persona. Per esempio, io stesso passo in media 4 ore al giorno davanti al computer, eppure non mi reputo e non vengo reputato una persona asociale o instabile come vorrebbero questi presunti “studi”. Basta, infatti, essere in grado di gestire e suddividere nell’arco della giornata il tempo passato davanti allo schermo per rendere quest’attività considerata così dannosa nient’altro che un’esperienza piacevole, e a volte anche anche costruttiva. Tuttavia vorrei ricordare che, una volta, i tipi di videogiochi che l’uomo era in grado di creare erano piuttosto limitati. Le nuove tecnologie permettono, oggi, non solo di ricreare diverse categorie di gioco, ma anche di sperimentare ambienti e situazioni che raggiungono i più alti livelli di fantasia.
Secondo me i videogiochi al giorno d’oggi, grazie a questo sviluppo, sono in grado di aiutare le capacità celebrali dell’essere umano. A supportare questa mia affermazione vi sono diversi studi che affermano che questi aiutino a sviluppare capacità di problem solving, ad aumentare la creatività e a favorire il rilassamento. Infatti molti giochi possono richiedere un lungo ragionamento che può durare anche giorni per superare un singolo ostacolo, quando invece la soluzione risulta semplicissima: non bisogna mai dare nulla per scontato. Chiaramente i più piccoli possono usare questi ausili esterni per arricchire la loro già grande creatività, riuscendo ad immaginare cose che non avrebbero mai immaginato senza una piccola spinta. E infine un qualche videogioco veloce e semplice da usare può aiutare una persona a rilassarsi, a effettuare una piccola “fuga” temporanea dalla realtà del lavoro o della scuola, dimenticando temporaneamente i propri problemi e concentrandosi solo sul gioco.
Un’altra cosa che viene spesso criticata nei videogiochi è l’eccessiva violenza che sembra crescere con l’uscita di nuovi titoli. Secondo alcuni studi, questa eccessiva violenza videoludica porta anche alla violenza nella vita reale. Questo è un argomento che va trattato con le pinze, infatti non è possibile generalizzare e affermare che sia effettivamente così per tutti: è una questione molto soggettiva. L’impatto che essi hanno sul comportamento umano dipende molto da come il giocatore stesso percepisce il gioco, se come un semplice passatempo, come detto prima, o se come altro. Infatti, a differenza di ciò che fanno molti, non bisogna dare la colpa ai videogiochi per la violenza di molti adolescenti, ma agli adolescenti stessi. Il gioco non è altro che uno svago che ci permette di fare cose che non potremmo o dovremmo fare mai al di fuori di esso, cose che succedono in quel mondo e lì devono rimanere; sta al giocatore farsi un esame di coscienza prima di giocare a un titolo violento e chiedersi se lui si farebbe influenzare negativamente da quel titolo e in caso non giocarci.

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Di Alessia Angelini
Questo è il motto che guida da un po’di anni la “battaglia” che il karate sta portando avanti, alla conquista di un posto tra le discipline olimpiche.
Il karate nasce come un’arte marziale a Okinawa e si diffonde nel resto del Giappone negli anni 20, arrivando in occidente e in Italia negli anni 60. È proprio in occidente che diventa uno sport: così facendo l’approccio difensivo passa in secondo piano a favore di quello agonistico. A oggi, le competizioni che si effettuano sono di kata (un combattimento con avversari immaginari) e di kumitè (un combattimento tra due avversari).
Da moltissimi anni il karate cerca di entrare a far parte degli sporti olimpici, ma finora i risultati sono stati deludenti. A riguardo, purtroppo, il boccone più amaro da ingoiare sta nel fatto che sono sempre pochi voti a stabilire la sconfitta. Per esempio: nel 2005 il karate è arrivato al ballottaggio grazie al 66% di voti raccolti, che però non sono stati riconfermati nella seconda sessione di voto. Lo stesso epilogo si è avuto quando, dopo le olimpiadi di Londra 2012, questo sport si è trovato nella short list che avrebbe potuto permettergli di essere inserito nelle olimpiadi di Rio 2016. Alla fine l’onore è però toccato al rugby a 7 e al golf.
I motivi delle diverse bocciature sono vari e incerti, ma una delle cause principali potrebbe essere l’elevato numero di sport da combattimento all’interno del programma olimpico. Si suppone, infatti, che per permettere l’inserimento del karate debba essere eliminato almeno un altro sport. La lotta greco romana certamente non rischierà di sparire, in quanto è uno degli sport olimpici più antichi, mentre gli altri sono tutti stati introdotti da poco tempo, perciò non possono essere esclusi.
I sostenitori del karate, nonostante tutto, non demordono. Un nuovo tentativo sarà quello di cercare di aggiudicarsi un posto nelle olimpiadi di Tokyo 2020. Grazie ad una nuova regola del CIO (Comité International Olympique) il Paese ospitante può ora proporre 5 nuove discipline. Le prescelte dal Giappone sono: baseball-softball, arrampicata, skateboard e infine il karate. Il comitato internazionale olimpico si riunirà ad agosto del 2016 per decidere se accogliere o meno le proposte giapponesi. Nel frattempo, noi speriamo che tutto vada per il meglio e non ci venga più detto “sarà per la prossima volta”. D’altra parte, come recita un celebre motto: “un karateka non perde mai, a volte vince, a volte impara”. Il karate ha imparato abbastanza, forse è proprio arrivato il momento di vincere.