di Paola Tassone
Quanti tra amanti del cinema, della buona tavola e appassionati del costume del bel paese iniziano una conversazione che ruota intorno ai sapori evocati dai film, trasformandole in importanti opinioni gastronomiche e sociali?
Il cibo fornisce al cinema un contributo fondamentale, regalandoci piacevoli spunti dal carattere giocoso ma anche sensuale, allegro, triste, in base al contesto in cui si va a inserire. Il cibo come lo specchio di un popolo e la pellicola che diviene quasi un qualcosa da sgranocchiare di conseguenza: utilizzato per descrivere e rappresentare vizi, virtù, tradizioni ed innovazioni. Indubbiamente un alimento che non manca mai dalle tavole italiane è la pasta, tradizionalmente chiamata “pastasciutta”, che fa da “trade-union” da nord a sud.
Numerosi sono i film in cui gli alimenti o la tavola costituiscono un momento focale della narrazione, diventandone poi anche l’icona del film stesso. Indimenticabile è il film di Totò Miseria e nobiltà di Mario Mattoli, tratto dall’omonima opera teatrale di Eduardo Scarpetta. In questo film non mancano mai i colpi di scena, attraverso cui si rappresentano la tradizione contadina e quella aristocratica, disegnando in modo divertente ciò che succede tra ceti sociali differenti. Memorabile è il disperato agguanto degli spaghetti con Totò nei panni di Don Felice Sciosciammocca. Oramai leggenda è la scena di Alberto Sordi nel film Un americano a Roma dove ostinatamente smania di ingerire cibi pseudo-americani pensando che sia più “figo” rinnegando gli spaghetti cucinati dalla madre simbolo di tradizione.
Non c’è pellicola ove i protagonisti prima o poi non si siedano a tavola. Il pasto, come arte culinaria, ricostruisce una sintomatica posizione sociale che per l’Italia tradizionalmente ha una funzione aggregante di condivisione e non il semplice momento dedicato alla propria nutrizione.
Oltre la pasta un altro alimento che è divenuto il principe della pellicola è il pane, conquistando molti titoli di film. Viene esaltato in Marcellino pane e vino, in Pane e tulipani e in Pane amore e fantasia. Ai piatti e alle specialità vengono dedicate intere pellicole come in Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, Chocolat, Charlie e la fabbrica di cioccolata, Lezioni di cioccolato, Maccheroni. Il Cibo è un solido strumento di comunicazione, di sensualità e radici storiche, e il cinema in tempi diversi lo ha utilizzato per sostenere e celebrare la vita, la diversità che incontra il gusto.
Attualmente molti chef riproducono piatti tratti da scene di film famosi, riproponendo ricette semplici e sostenendo la forza della Dieta Mediterranea, eletta dall’Unesco come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. La scienza ha dimostrato che tale regime alimentare è adatto a qualsiasi età e che aiuta non solo a favorire la buona digestione, ma anche a contrastare obesità, diabete, ipertensione e anche vari tipi di tumori. Gli ingredienti sono alimenti semplici: cereali, frutta, verdura, ortaggi e olio extravergine d’oliva. Tutti questi cibi ricchi di nutrienti e fibre sono in grado di sostenere l’organismo e di proteggerlo dalle malattie croniche, metaboliche e tumorali. Insomma, la Dieta Mediterranea, non è fatta solo di pasta, pane e pizza, ma occorre variare tanto gli alimenti ed inserire pochi prodotti di origine animale ed assumere molto pesce. Non dimenticandosi che è proprio la combinazione di questi, le abitudini alimentari, la varietà e lo stile di vite a rendere la Dieta Mediterranea così preziosa.
Tutto questo interesse per la Dieta Mediterranea si scorge quando andiamo all’estero e la cucina italiana è considerata “grand gourmet”. I ristoranti ripropongono la semplice bruschetta al pomodoro presentandola su di un letto di salsa, peperoncino, basilico e menta perfino con scaglie di parmigiano. Ma rimane la classica buschetta al pomodoro, origano, aglio e olio extravergine di oliva, che nei ristoranti stranieri è oramai moda. Di fatto, però, è il recupero di una dieta contadina, dove si riprendeva il pane raffermo e qualche pomodoro molto maturo per non gettarlo via. Perciò l’esaltazione e il talento di chef famosi si basano spesso su questi presupposti: Davide Oldani, per esempio, ha reinterpretato la Pasta al pomodoro, uno dei più semplici e mediterranei piatti di origine italiana; Il grande maestro Gualtieri Marchesi ha rivisitato un classico della tradizione settentrionale La cotoletta di vitello alla milanese; Andrea Provenzani ha usato come punto di partenza la Parmigiana di Melanzane; Andrea Aprea ha trasformato la consistenza della Pappa al pomodoro aggiungendo acciughe, mandorle e provola affumicata. Questi talentuosi chef propongono una cucina semplice, quasi “pop”, ovvero popolare. I loro ristoranti osano con queste ricette giocando attraverso la diversità dei prodotti e dei gusti. Deliziosi dettagli questi, ma la sostanza è una preparazione attenta con materie prime di ottima qualità. Solo eccellenti ingredienti possono ricreare una versione davvero da gran gourmet, in grado di rievocare il momento magico di quando una madre sceglie attentamente i prodotti migliori per il pasto della propria famiglia.
Il cibo è in grado di realizzare tutto questo: riesce a ricreare momenti magici, e il cinema lo immortala. Difatti rimarrà sempre uno dei più importanti mezzi di comunicazione della cultura nazionale, tradizionale e famigliare, tracciandone l’appartenenza e anche lo status, incorniciandolo in un mondo di sentimenti.
Fonti:
http://slideplayer.it/slide/989794/
http://www.edizioniplan.it/scheda-libro?3269/cucina/cultura-e-gastronomia
http://www.finedininglovers.it/blog/food-drinks/chef-famosi