SorrisoDiverso

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Di Alessia Cherubini
La tecnologia è ormai parte della nostra vita e non potremmo immaginare di vivere senza di essa, nonostante le generazioni precedenti ne abbiano fatto a meno. Oggi, chiunque utilizza almeno whatsapp e facebook; moltissimi hanno anche instagram, twitter e snapchat. Siamo abituati a parlare con gli altri attraverso questi mezzi: a partire da sconosciuti, con il quale non sarebbe consigliabile parlare senza prima aver avuto a che fare con loro, fino ad arrivare ad amici o fidanzati, con i quali il rapporto dovrebbe accrescersi attraverso l’incontro e non tramite uno schermo.
Esempi di tecnologia ormai radicati nella nostra società sono il televisore, il computer, il cellulare, giochi tecnologici: tutti prodotti dietro ai quali spendiamo la maggior parte del nostro tempo e dai quali siamo ormai influenzati. Per esempio: ormai la violenza è entrata nel nostro quotidiano, tutto ciò che dovrebbe farci rabbrividire e infuriare è recepito quasi con indifferenza, come parte integrante della normalità. Il che dipende anche da come questo ci viene trasmesso attraverso i programmi televisivi, i video e i videogiochi.
Abbiamo perso di vista quello che era l’obbiettivo principale della tecnologia: l’innovazione, un miglioramento, un aiuto per noi; non un modo per creare una sorta di vita virtuale che vada quindi a sostituire quella reale. Alcune persone non hanno perso di vista questo concetto, ma a molti sarebbe necessario un po’ di tempo da trascorrere lontani dalla tecnologia. Un’idea potrebbe essere quella di indire una settimana senza di essa per “disintossicarsi dalla tecnologia” e rendersi conto della bellezza della vita reale, di quanto sia migliore rispetto a quella virtuale.

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Di Paola Tassone

La comunità del Sorriso Diverso è d'accordo con Mattarella: “La disabilità non è una malattia, tanto meno un problema da scaricare sul singolo individuo o sui suoi familiari”
Una giornata importante, quella di ieri, con tante istituzioni e Associazioni di categoria, ma una giornata non basta. Le condizioni di disabilità divengono gravi quando il mondo circostante non tiene conto delle diversità e le trasforma, anche senza rendersene conto, in indifferenza, escludendoli dalla società. A creare queste barriere sono soprattutto la nostra organizzazione sociale e le nostre mancanze culturali. Da anni combattiamo queste carenze utilizzando come mezzo di comunicazione il cinema. I film diventano divulgatori di problematiche sociali importanti, ma principalmente si vuole valorizzare le diversità, senza pregiudizi, senza stereotipi, operando una sana inclusione. Questi sono le principali finalità del Festival Tulipani di Seta Nera che si svolgerà a Roma il 29, 30 Aprile e 1 Maggio, celebrando la sua IX edizione. Con la creazione della piattaforma “Sorriso Diverso” vogliamo invece raccontare importanti momenti quotidiani, mettendo in luce, quasi come attraverso una lente di ingrandimento, gli ostacoli che impediscono la piena espressione delle personalità, convinti che la diversità sia un “diritto”, ed evidenziandone anche le situazioni virtuose e di eccellenza.

E' stata celebrata il 30 marzo, al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la "Giornata Nazionale delle persone con disabilità intellettiva". L'evento, trasmesso in diretta su RAI uno e condotto da Flavio Insinna, è stato organizzato in collaborazione con le Federazioni Fish (Federazione Italiana Superamento Handicap), Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) e con le Associazioni Anffas Onlus (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), Angsa Onlus (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) ed Aipd Onlus (Associazione Nazionale Persone Down).
L’Italia democratica e l'Unione Europea sono nate per abbattere i muri di qualunque genere, per eliminare i fili spinati, per costruire un mondo di persone libere, uguali nelle loro diversità, un mondo che sarà tanto più progredito quanto meno l'esercizio dei diritti e la distribuzione delle opportunità verranno condizionati dal privilegio delle disponibilità economiche. È questo un obiettivo sempre vivo, a cui dobbiamo tendere. Qui sta l'essenza della civiltà europea che ci chiama sempre a difendere il valore della vita e della convivenza, oggi anche contro il terrorismo. L'inclusione di chi è in difficoltà è un moltiplicatore di forza sociale. La disabilità intellettiva - al centro della Giornata di ieri - è una fonte particolarmente insidiosa di sofferenza e di emarginazione.
La disabilità intellettiva abbraccia uno spettro ampio di condizioni, dalla sindrome di down all'autismo, alle forme di disabilità complesse o indeterminate. Ieri si sono accesi i riflettori sugli ostacoli che si incontrano e si è parlato degli affanni delle famiglie, talvolta stremate dalla società e dalle istituzioni. La giornata ha l’obbiettivo di spingere le istituzioni a fare meglio e di più, per contrastare i pregiudizi che circondano queste condizioni e che spesso si nascondono nel mare dell’indifferenza e dell’egoismo umano. La chiave sta nell’essere uniti per vincere l'isolamento, questo è il primo passo per incamminarsi sul sentiero dell'inclusione. Mi auguro, dopo la grande giornata di ieri, concrete politiche sociali che tengano conto delle persone nella loro interezza senza trattamento di disparità e non li trasformino in cittadini invisibili.

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di Paola Tassone

È passato quasi più di un mese da quando Papa Francesco ha aperto la porta santa di San Pietro. Porte aperte quindi…. Ma vorrei pensare che attraverso quest’anno Santo, oltre alla porta della Misericordia di Dio che è sempre aperta, il senso del gesto di attraversare le Porte Sante significasse per noi tutti, come dice Papa Francesco, scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e va incontro personalmente a ognuno di noi. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene incontro!
Per la prima volta, la porta Santa oltre che nelle basiliche papali, è stata aperta anche in Africa, ponendo di fatto quel continente davanti al mondo perché se ne percepisse la potenzialità in relazione al futuro dell’umanità. Tuttavia, Roma rimane protagonista del giubileo. A un mese esatto dall’inizio dell’anno santo, si registrano più di un milione di presenze agli eventi giubilari. Questi numeri fanno pensare alle tante persone che hanno sfidato paura e tentativi di marginalizzare per essere presenti. UltimamenteRoma ha cambiato volto con la presenza delle forze dell’ordine in ogni luogo pubblico e in ogni stazione della metropolitana. Questo ha reso più sicuri gli eventi e la città ha vissuto questi giorni di festa con la dovuta serenità. Il percorso riservato ai pellegrini mostra ogni giorno gruppi di fedeli che con la croce giubilare si avviano pregando verso la porta santa. Una testimonianza di fede che commuove e non lascia indifferenti.
Sarà un anno dedicato al coraggio, in cui dovrà radicarsi la convinzione della misericordia... Varcare la Porta Santa ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore e di tenerezza. Pensiamo a cosa serve una porta. La porta serve per separare e far comunicare due spazi; certamente serve per custodire, non per respingere. La porta si apre per far entrare qualcuno, anche quando quel qualcuno ha paura di entrare o non ne ha la forza. Penso a quanta gente ha perso la fiducia, non la fede, la fiducia di affidarsi agli altri. Ma se domani alla porta del proprio cuore bussasse il Signore, per favore accoglietelo e sorridete anche a quella persona sconosciuta: forse avrà bisogno del vostro aiuto, aiutatela e accuditela, forse è Lui!