SorrisoDiverso

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Di Tassone Paola
Passeggiando nel cuore della città, rimango sempre incantata dal fascino della Roma Trasteverina. Partendo dalloa scorcio che si intravede dall'Isola Tiberina, rimango colpita dalla magia del color porpora del tramonto. Mi soffermo a guardare le facciate dei palazzi storici, gli ingressi che custodiscono vere e proprie opere d’arte. Curiosando qua e là mi imbatto in qualcosa di davvero particolare inserito tra il sacro, l’arte e la maestria di un’ antica alchimia, che oggi s’inserisce in una chiave contemporanea nota a tutti ed usata da tutti. L’Antica Spezieria di Santa Maria della Scala, oggi una bellissima ed affascinante Farmacia, che si trova al primo piano del convento dei Carmelitani Scalzi, annessa alla Chiesa di S. Maria della Scala. Mi incuriosisco ed inizio a pensare agli antichi alchimisti: chi erano, come si tramandavano gli antichi rimedi? e quando il popolo accedono altre alle cure dello spirito anche alle cure della propria salute?
Mi imbatto nellaLa più antica Farmacia di Trastevere, conosciuta come “Spezieria di S. Maria della Scala, è. Unun piccolo gioiello che conserva il laboratorio galenico e il frantoio originari., insieme alCon essi le maioliche colorate, i vasi, le bilance, gli alambicchi di distillazione, ei mortai., mentre sSono invece del Settecento l'arredamento, le scaffalature, le vetrine e il bancone;, e risale all’Oottocento l’adiacente laboratorio liquoristico.
In origine istituita per le necessità dei frati, che coltivavano nell'orto le piante medicinali necessarie alla loro salute, alla fine del Seicento fu aperta a tutti e divenne così famosa che vi ricorrevano anche principi, cardinali e perfino i medici dei pontefici. Questo gli valse l’appellativo di “farmacia dei papi” e i relativi benefici fiscali. Nell'atrio e sulla porta d'ingresso vi sono ancora i ritratti Fra Basilio della Concezione (1727-1804), farmacista del Settecento che consolidò la fama dell'esercizio inventando celebri medicamenti, come l'acqua contro l'isterismo e quella definita "antipestilenziale", perché sembrava proteggere chi veniva a contatto con malati contagiosi.
Tra i cimeli più singolari vi è il Trattato delli semplici, un rarissimo erbario attribuito allo stesso fra' Basilio, un libro enorme dovein cui venivano elencate tutte le erbe medicamentose e delle qualii cui si conservava sulla pagina un esempio essiccato.
Singolare anche il vaso della theriaca, un farmaco messo a punto da Andromaco il Vecchio, medico di Nerone, composto di 57 sostanze diverse fra cui carne di vipera maschio, considerata un infallibile antidoto contro i veleni. La Theriaca fu usata fino alla metà del secolo scorso, fino a quando non si sono estinti anche i ‘viperai’, i raccoglitori di vipere vive.
Sulle ante degli armadi sono dipinti padri della medicina come Ippocrate, Galeno, Avicenna, Mitridate e Andromaco, mentre all’interno degli armadi sono ritratti Vittorio Emanuele I e la moglie Maria Teresa d’Austria, in ricordo di una visita effettuata daidei reali nel 1802; ci sono anche, oppure Umberto I principe di Piemonte con e la duchessa Elena d’Aosta Elena, altri visitatori della farmacia.
Due scritte in latino caratterizzano l’arredo: che tradotte recitano più o meno "Dalla terra l’Altissimo creò i medicamenti: l’uomo prudente non li avrà in dispregio" e "Né l’erba li guarì né la miscela; sì la tua parola, Signore, la qual sana ogni cosa". Saggezza risalente ad un’epoca nella quale si faceva più affidamento alle mani del Signore che al resto, ma certamente ancora efficace davanti ai ‘prodigi’ della sanità pubblica odierna.
La spezieria della Scala ha continuato il suo servizio fino al 1978 e sino agli anni ’50 ha distribuito genuini medicinali a prezzi moderati tenendo aperto al pubblico un ambulatorio gratuito.
Oggi la spezieria si può visitare contattando Padre ????è visitabile e sugli scaffali settecenteschi si possono ammirare i vasi ancora pieni, mentre rimedi, ricettari ed erbari sono disposti come se questa non avesse mai chiuso.

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Di Leonardo Jannitti Piromallo
Le valutazioni del tema “valore del lavoro”, che da anni seguiamo con una sezione speciale al Festival Tulipani di Seta Nera dedicato ai cortometraggi sull’argomento, le affrontiamo quotidianamente. Perché è un argomento a spirale che coinvolge tutti in prima persona, dalla dignità di essere un lavoratore e tutelarlo al garantire, da parte del datore di lavoro, la prevenzione sui luoghi di lavoro e il non incrementare rischi inutili.
A volte le incertezze lavorative e la paura di diventare disoccupati, rendono le persone preoccupate e ansiose: questo si ripercuote non solo sulla sfera familiare personale, ma anche sulla nostra società.
Ci sono delle domande ricorrenti che un cittadino italiano si pone, quando riflette sulle politiche del lavoro: Il Jobs Act è una riforma vera? Le normative saranno in grado di abbandonare le vecchie logiche? Riuscirà il “contratto a tutele crescenti” ad aiutare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro? Si tutelerà davvero la “persona che lavora”? la costituzione lo riconosce, ma l’articolo 1 a volte viene accantonato, perché?
Oggi le dinamiche sociali che interessano il mondo del lavoro sono sottovalutate. Come è sottovalutato il malessere dei giovani, che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro. Come è sottovalutato il malessere di una persona che a 50 anni viene licenziata. Tutto questo è collegato anche ai fatti di cronaca che si collegano ad EquiItalia. Di certo questo rappresenta un punto focale della situazione di incertezza che è ormai è penetrata in tutta la penisola.
In effetti, il legislatore deve eticamente mettersi sempre in discussione, non si ha la bacchetta magica per risolvere i problemi. Basandosi sui principi costituzionali, potremmo suggerire di essere sempre prudenti e coerenti. Il Jobs Act disciplinerà il lavoro e da parte dei giuslavoristi dovranno pervenire risposte adeguate, dovranno essere garantiti effetti benefici, sia per gli investitori del mondo del lavoro che per il mercato del lavoro. Si dovrà incrementare l’occupazione, la sostenibilità del nostro sistema pensionistico dichiaratamente in default, tutte le parti sociali dovranno collaborare a conquistare la dignità sociale che oggi è parzialmente smarrita.

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di Paola Tassone

Ogni contributo è prezioso per diffondere la cultura del Sorriso Diverso, rinnoviamo questo impegno anche per la salvaguardia dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Il lavoro, oltre a essere un diritto, deve essere svolto in sicurezza. Noi del Sorriso Diverso cerchiamo tramite il cinema sociale di contribuire alla diffusione della cultura e solidarietà, quindi riteniamo particolarmente necessario seguire e trattare con un occhio di riguardo le vicende che coinvolgono i lavoratori, perché rappresentano un elemento di civiltà che ogni Paese moderno deve porsi come obbiettivo primario se vuole considerarsi tale.
Ricordiamo perciò una giornata che esalta il sacrificio e il valore offerto da coloro che, anche con la vita, hanno cercato di svolgere e portare a termine il proprio lavoro. Per non dimenticare tutto questo domenica 11 ottobre si è celebrata la 65a Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, indetta dall’ANMIL, Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, che dal 1943 sostiene le vittime degli incidenti sul lavoro e partecipa a molte iniziative culturali per la diffusione di questo argomento. Sostenendo anche la sezione “Valore del Lavoro” del Festival Internazionale Film Corto Tulipani di Seta Nera (FTSN).
Filo conduttore, con un unico motto, delle innumerevoli iniziative che Franco Bettoni, Presidente Anmil, ha voluto nelle oltre 500 sedi in tutta Italia, è stato: “La fortuna non è un dispositivo di sicurezza”, consapevole che gli strumenti per rendere i luoghi di lavoro più sicuri esistono e lo dimostrano le tante realtà lavorative virtuose che fanno della tutela del lavoratore un obbiettivo primario. “Oggi”, afferma ancora il Presidente Bettoni: “il lavoratore invalido va tutelato dalle riforme che questo governo sta approntando, come le riforme ISEE, che chiaramente vede la rendita INAIL per la disabilità subita o malattia professionale riconosciuta, una fonte di ricchezza, quando in realtà si colpiscono attraverso di essa proprio le categorie più deboli”.
La sensibilità sull’argomento è molto alta. Riunitii a fare il punto della situazione sulla tutela prevista per i lavoratori infortunati o per quanti contraggono una malattia professionale, oltre al Presidente nazionale ANMIL Franco Bettoni: il Presidente dell’INAIL Massimo De Felice, il Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Franca Biondelli, il Segretario della Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro del Senato, Sen. Serenella Fucksia, il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, On. Cesare Damiano, il Presidente del CIV INAIL, Francesco Rampi e l’Assessore regionale al Lavoro, Lucia Valente.
La conferma che non occorre mai abbassare la guardia, e non bisogna mai affidarsi alla semplice fortuna, arriva dalle toccanti testimonianze dei due giovani invalidi, Andrea Lanari e Andrea Favale, che raccontando le proprie vicende mettono a fuoco problematiche basilari di sicurezza sui luoghi di lavoro. Storie toccanti, non solo per il dolore provocato dall’incidente e per il cambiamento fisico che li ha resi disabili, ma altresì per le tante difficoltà legate al “dopo incidente”. La loro voglia di ripartire si scontra con una realtà dura. Raccontando di quanto sia faticoso riprendere le proprie abitudini, gli hobby, incontrare gli amici, e ancora di più riacquistare il sorriso. Infine il lavoro, le difficoltà di trovarne uno nuovo oppure la necessità di essere riconvertiti in altre mansioni dall'azienda. Le problematiche sono molte dopo un grave incidente. Bisogna considerare che la crisi induce le aziende a “risparmiare” e questo risparmio incide anche sui dispositivi di sicurezza. Probabilmente perché rallentano la produzione o fanno lievitare i costi o altre problematiche legate al mondo di quel settore o area di lavoro, dimenticandosi che molti sono lavori pericolosi, usuranti e senza buoni dispositivi di sicurezza aumentano sia i rischi di incidenti sia la possibilità di contrarre malattie professionali.
Mantenere alto il senso del valore del lavoro, attraverso una sezione tematica specifica, ed evidenziare quei cortometraggi che mettono in risalto la prevenzione e la sicurezza sui posti di lavoro, è il senso del Sorriso Diverso. Il Festival (FTSN) vuol sostenere che è fondamentale per un futuro sano una maggiore collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro. Il lavoro oggi per Noi non è il semplice modo di trascorrere del tempo e guadagnare del denaro per vivere ma è il modo di sentirsi realizzati.