Il piano politico del lavoro sta cambiando, realmente si riuscirà a tutelare la persona che lavora?
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Di Leonardo Jannitti Piromallo
Le valutazioni del tema “valore del lavoro”, che da anni seguiamo con una sezione speciale al Festival Tulipani di Seta Nera dedicato ai cortometraggi sull’argomento, le affrontiamo quotidianamente. Perché è un argomento a spirale che coinvolge tutti in prima persona, dalla dignità di essere un lavoratore e tutelarlo al garantire, da parte del datore di lavoro, la prevenzione sui luoghi di lavoro e il non incrementare rischi inutili.
A volte le incertezze lavorative e la paura di diventare disoccupati, rendono le persone preoccupate e ansiose: questo si ripercuote non solo sulla sfera familiare personale, ma anche sulla nostra società.
Ci sono delle domande ricorrenti che un cittadino italiano si pone, quando riflette sulle politiche del lavoro: Il Jobs Act è una riforma vera? Le normative saranno in grado di abbandonare le vecchie logiche? Riuscirà il “contratto a tutele crescenti” ad aiutare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro? Si tutelerà davvero la “persona che lavora”? la costituzione lo riconosce, ma l’articolo 1 a volte viene accantonato, perché?
Oggi le dinamiche sociali che interessano il mondo del lavoro sono sottovalutate. Come è sottovalutato il malessere dei giovani, che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro. Come è sottovalutato il malessere di una persona che a 50 anni viene licenziata. Tutto questo è collegato anche ai fatti di cronaca che si collegano ad EquiItalia. Di certo questo rappresenta un punto focale della situazione di incertezza che è ormai è penetrata in tutta la penisola.
In effetti, il legislatore deve eticamente mettersi sempre in discussione, non si ha la bacchetta magica per risolvere i problemi. Basandosi sui principi costituzionali, potremmo suggerire di essere sempre prudenti e coerenti. Il Jobs Act disciplinerà il lavoro e da parte dei giuslavoristi dovranno pervenire risposte adeguate, dovranno essere garantiti effetti benefici, sia per gli investitori del mondo del lavoro che per il mercato del lavoro. Si dovrà incrementare l’occupazione, la sostenibilità del nostro sistema pensionistico dichiaratamente in default, tutte le parti sociali dovranno collaborare a conquistare la dignità sociale che oggi è parzialmente smarrita.