SorrisoDiverso

Il Blog di Tulipani di Seta Nera

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Recensione ad opera di Catello Masullo

Genere: #SocialClip

Interessante ed evocativa questa operazione di adattamento di uno dei brani intramontabili di Pino Daniele, “Notte che se ne va”, fatta da Fabio Gianni e Andrea Tammaro, in lingua spagnola, segno del meticciato culturale sempre ricercato dall’immenso Pino, a commentare significativi scatti in bianco e nero che ci raccontano, senza alcun bisogno di commento, la rivoluzione sociale, culturale, economica e perfino antropologica, realizzata con la confisca alla criminalità di terreni e stabili, affidati al sollievo degli ultimi, dei più fragili. Straordinaria realizzazione nei fatti del messaggio/eredità di Papa Francesco. Le scritte sulle t-shirt o sui manifesti, che sbucano dalle immagini, sono straordinariamente simboliche ed autoesplicative: “PANZA CHIENA CAMORRA VACANTE”, “E!STATE LIBERI!” (Campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie), MADE IN CASTEL VOLTURNO, VESTIAMO LA LIBERTA’, FESTIVAL DELL’IMPEGNO CIVILE. Bello il tatuaggio su un braccio, con un estratto della celebre frase di Che Guevara: “Quando si sogna da soli è un sogno, quando si sogna in due comincia la realtà. Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. È la qualità più bella di un buon rivoluzionario.”. Ed un estratto di una delle massime di Gesù: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me".

Impreziosisce la bella qualità del film di Luca Maffoni, l’esergo finale: “Notte che se ne va, di Pino, nella sua limpida bellezza, è un brano aperto a diverse interpretazioni. Noi ci vediamo un momento di attraversamento che, nel caso dei fragili ritratti nell’ex OPG di Aversa nella mostra “cos’e pazz” di Mauro Pognano, rappresenta la condizione che antecede la luce del nuovo giorno che incontreranno, nei luoghi dell’anima, e di cura, ossia i beni comuni e confiscati alle mafie”. 

 

 

 

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Recensione ad opera di Catello Masullo

Genere: #SocialClip

Il film-videoclip si affida visivamente alle figurazioni di due splendidi attori, Angela Tuccia e Enrico Muraro, in una efficace alternanza di eleganti bianchi e neri e di esplosioni di colore, che evocano con grazia e sguardi di intensa significanza le liriche di Gianluca Monaco, anche compositore delle musiche, esecutore del brano, nonché produttore del film. Il fatto che il brano musicale sia ispirato da una storia vera di profondo disagio conferisce maggiore forza alla performance artistica e la connota di una valenza sociale assolutamente rimarchevole. La regia di Riccardo Andreani, seppure discreta, quasi in punta di piedi, si avverte forte e determinata a conseguire l’eccellente risultato finale.

 

 

 

 

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Recensione ad opera di Catello Masullo

Genere: Cortometraggio

Il film è dedicato “a tutti coloro lottano per essere ricordati”. Girato nella splendida e storica Villa Fenicia di Ruvo di Puglia (Bari), le cui strutture ed i cui oggetti ed arredi sono protagonisti con lo stesso rango degli attori in carne ed ossa. La vicenda è articolata in due piani temporali, entrambi in costume, la prima ambientata nel ‘700, la seconda nell’800, con differenziazione non solo nei costumi di scena, ma anche nelle tecniche e formati di riprese cinematografiche. Il montaggio alternato mette in intima connessione le due storie, fino a determinare un’influenza indotta a distanza della prima sulla seconda. Film di ricercata confezione, con interpreti adeguati e bene diretti. Una colonna sonora molto curata, a cura di Nicola Scardicchio, allievo di Nino Rota, e diretta da Dominga Damato, legge con attenzione i mood delle storie che si intrecciano. Il tema degli amori “fuori norma”, che sono indicibili in quanto stigmatizzati, in particolare nelle epoche narrate, ma in definitiva in tutte le epoche, è trattato con delicatezza, ma anche con determinazione. Ad affermare il loro diritto a non dover essere costretti a vivere (solamente) nelle pareti.