SorrisoDiverso

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Realizzato da Federico Maiocco da idee degli studenti delle scuole superiori di Cuneo, i vari mini-episodi di “Aka Bus, gli altri siamo noi” sono gustosi ed ironici racconti dei pregiudizi che caratterizzano spesso i rapporti con le varie “diversità”, da quelle di genere, a quelle che si riferiscono alle preferenze sessuali, alla appartenenza a diverse etnie, alla religione, all’età avanzata. La potenza e la immediatezza delle immagini in movimento sono di grande efficacia nella azione educativa nei confronti dei più giovani per combattere inaccettabili pregiudizi e far avanzare la civiltà.

Critico: Catello Masullo

 

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Si gusta con distensione e garbo il cortometraggio Grazie Michele che ha meritato il giusto riconoscimento al festival del Cinema sociale Tulipani di Seta Nera, fondato da Diego Righini e Paola Tassone (XVI edizione). La regia di Rosario Errico è ben orientata a descrivere personaggi e situazioni: trattare di ragazzi con patologia può sembrare talvolta una accondiscendente retorica buonista. Invece Errico la evita, fa del racconto breve un incontro giocoso come di un eterno fanciullino pascoliano. La fotografia e le scene condensate fanno il resto. E pure la credibilità degli attori, malgrado prevalga una gestualità che riterremmo inconsueta, con toni vocali e movenze come in una ininterrotta fiction tv; denotano la caratteristica del moderno raccontare, a scanso di pur utili orpelli autoriali.                                                                                                                         

Lo spettatore critico cerca di infilzare le sequenze di una visione propria come fa l'entomologo con la farfalla. E talvolta guarda più in là dell'autore stesso: mai appare pago del proprio esercizio ermeneutico, cerca un ipotetico duello fra l'io e la visione interiore suggerita dalle immagini del film. Ecco dunque che il gioco visuale del cortometraggio offertoci da Rosario Errico ci riproduce affetti ed effetti di rara leggerezza, in un afflato che fa di Michele il portatore sano di dolcezza e tenerezza. I due protagonisti sono affetti da sindrome Down per la prima volta sugli schermi, Valerio Catoia e Andrea Salcone: il primo è stato insignito di un’onorificenza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver salvato una ragazza che stava annegando, quale ‘poliziotto ad honorem’. Sottolinea il regista Errico: il film supera tutti i preconcetti relativi alla discriminazione verso l’inabilità e ne esalta il contrario. Direttore della fotografia è Blasco Giurato che ci ha lasciato da poco, e sa esaltare le sequenze colorando i gesti giocosi dei protagonisti.

Critico: Armando Lostaglio

 

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Rimane un viaggio lungo diverse tappe, che restano spazi aperti intensi come un temporale, emotivamente coinvolgenti: siamo nei territori di quella che definiamo ex Jugoslavia, dietro l’angolo, a due passi da noi. Come un novello Robert Capa, il reporter di guerra decide di ritornare in quei luoghi nei quali aveva scattato centinaia di immagini, in quello che sembra lontano nel tempo, le guerre balcaniche qui dietro casa nostra. La regia ci lascia il tempo per riflettere; cova un senso di sospensione dietro ogni soggettiva. Note liriche e vibrazioni di rara coerenza rispetto al montaggio.

Critico: Armando Lostaglio