SorrisoDiverso

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Matteo Di Fiore con il suo saggio di diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia - Sede Sicilia ci immerge nella realtà del quartiere Borgo Nuovo, a 9 km dal centro di Palermo, dove è nato e cresciuto. Una zona dormitorio, senza spazi ludici per i bambini, senza spazi di comunità, che produce, inevitabilmente senso di emarginazione, di distacco dalla comunità. In definitiva un senso di mancata inclusione. Il regista ci racconta con sincerità le memorie della sua infanzia, quando cercava di evadere dalla “prigione” di ghettizzazione sociale di Borgo Nuovo con la fantasia del bambino. Significative le frasi che pronuncia verso la madre: “Io immaginavo di avere le ali e di volare. Tu mi dicevi di non agitare le braccia, che ti girava la testa. Io smettevo di agitarle, ma la mia mente continuava a volare…”. Oppure quando racconta allo spettatore: “A chi mi chiedeva dove abitavo, dicevo che la mia casa cominciava dal salone e finiva in cima alla montagna… quello per me era Borgo Nuovo”. Il film denota una ragguardevole capacità di analisi sociologica ed antropologica ed una buona padronanza del mezzo espressivo, con un sapiente uso dei registri intimistici per rappresentare la realtà più vasta.

Critico: Catello Masullo

 

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Gaetano Filangieri (San Sebastiano al Vesuvio, 22 agosto 1753 – Vico Equense, 21 luglio 1788) è stato un giurista e filosofo italiano del Regno di Napoli, ritenuto uno dei massimi giuristi e pensatori italiani dell'illuminismo che, con la sua "La Scienza della Legislazione", farà da ispirazione agli artefici della Rivoluzione francese e, anche se non mise mai piede in America, le sue idee attraverso una ricca corrispondenza avvenuta tra il 1781 e il 1788 tra lui e Benjamin Franklin, oltrepassarono l’oceano, ispirando la Costituzione Americana. La grande bellezza del cinema è che non ci sono limiti alla sua immaginazione, e quindi può mettere in scena una situazione in cui questo gigante della storia del pensiero possa tornare nella Napoli di oggi e confrontarsi con il popolo (pur declamando che lui fa “tutto per il popolo, ma niente attraverso il popolo”). Venendo stravolto dal cambio dei costumi avvenuto nel frattempo, con l’inimmaginabile allargamento della forbice delle disuguaglianze sociali, con la criminale manipolazione delle menti attraverso la falsificazione e lo stravolgimento della realtà, con la preoccupante perdita del pensiero autonomo e dello spirito critico. Geniale, assolutamente.

Critico: Catello Masullo

 

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Scritto e prodotto da Riccardo Meli, diretto da Luca Pelosi, “G.R.A.” è un film di rara intensità, che non poteva che essere affidato alla interpretazione di due giganti della recitazione, come Victoria Zinny (ci vuole un grande spessore attoriale a pronunciare una battuta come: “La morte uccide il corpo, ma non l’anima, e così sarà fino alla fine dei giorni”) e Remo Girone. Il film, dalle deliziose atmosfere crepuscolari e rarefatte, dosa sapientemente il racconto, fornisce ad una ad una le tessere di un mosaico che va formandosi progressivamente, sino a formare l’immagine finale. Che è una rivelazione ed un colpo di scena al contempo. Il tema trattato è di grande delicatezza e di rilevante impatto sociale. Da non perdere.

Curiosità: il titolo, “G.R.A.” è dai più inteso come acronimo di “Grande Raccordo Anulare”, la infrastruttura autostradale di forma circolare che contorna la città di Roma. Ma, forse, non tutti sanno, che è il nome è nato come “eponimo”, piuttosto che come acronimo, dal nome del progettista dell’epoca che era l’Ing. Gra.   

Critico: Catello Masullo