SorrisoDiverso

Il Blog di Tulipani di Seta Nera

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Recensione ad opera di Paola Dei (Psicologo dell'Arte)

Genere: Cortometraggio

Un cortometraggio efficace dove la strada degli spiriti animali guida alla scoperta dell'empatia che migliora la vita di se stessi e degli altri, grazie a piccoli gesti di gentilezza e inclusione.  Gli elefanti, che danno anche il titolo al cortometraggio, sono animali capaci di cooperare, dotati di una intelligenza sociale ed emotiva molto sviluppata, sono in grado di percepire i bisogni degli altri membri della loro specie. Si abbracciano con la proboscide, e possono percepire il linguaggio umano riuscendo a captare emozioni complesse. Il termine “spiriti animali”, attribuito a Galeno di Pergamo si è tramandato fino all'800. Con questo termine si intendono quelle forze che spingono le persone ad agire con una sorta di carica vitale.

Un parallelismo perfetto per raccontarci una storia dei Vigili del Fuoco, il loro rapporto umano con coloro che cercano di salvare, non solo fisicamente a seguito di un incidente, ma anche psicologicamente, fornendo un supporto ineguagliabile con uno sguardo, con una semplice domanda e con una foto. Senza pruderie e sentimentalismi e con una musica efficace, il cortometraggio esplora tematiche di importanza fondamentale come l'intelligenza emotiva spesso confusa con le emozioni. L'empatia è qualcosa di più, è rispetto, immedesimazione, condivisione.  I protagonisti, veri Vigili del Fuoco, meritano un encomio, per un lavoro che li porta in mezzo a rischi continui ma che svolgono con grande responsabilità e l'innata dote degli spiriti animali.

 

 

 

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Recensione ad opera di Paola Dei (Psicologo dell'Arte)

Genere: Cortometraggio

Milo è un bambino di 9 anni che si sente diverso dagli altri a causa delle lentiggini che prova a cancellare con limone e spazzolino da denti, ferendosi il volto. La madre, per cercare di sostenerlo lo porta al mare e gli racconta una leggenda nella quale le lentiggini rappresentano una mappa che porta ad un tesoro. Lui si lascia coinvolgere e, fra i due, emerge una reciprocità che si esprime attraverso il corpo e non si limita al semplice scambio ma implica un'intesa e un'armonia che si riflette nei volti, negli sguardi, nei gesti. Milo mentre gioca con la madre, sparisce e sembra inghiottito dal mare, che può essere nascita o morte, come ci ha insegnato il grande regista messicano Cuaron. Ma il bambino riemerge e mostra una conchiglia trovata sul fondale. La conchiglia, come il mare, nei miti greci è il simbolo di prosperità, rinascita e felicità. Segni di un passaggio importante. Anche le onde assumono un significato essenziale: sono in grado di purificare la mente:. L'amore della madre è come un'onda avvolgente che parla all'infinito, come fa il mare e protegge nel suo grembo il figlio. Nella leggenda narrata le parole della madre sono come frecce che scoccano e vanno a colpire esattamente dove lei sa che devono andare.

“Mamma avevi ragione - esclama il bambino - il tesoro c'è..”.

 

 

 

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Recensione ad opera di Paola Dei (Psicologo dell'Arte)

Genere: Cortometraggio

L'urlo di un anziano di fronte al mare esplode nella prima scena. É Mario, padre di Dario. Gli fa eco la protesta di un gruppo di lavoratori mentre le riprese si focalizzano soprattutto su Dario, che guida i suoi colleghi. Interno ed esterno, bisogni sociali ed economici e necessità psichiche. Generazioni a confronto e modalità diverse di affrontare la vita e il lavoro. E poi parole che feriscono, parole che lasciano un segno, parole dette, parole scritte e riflessioni del protagonista che si uniscono a quelle degli spettatori. Costruzione e decostruzione. Un sogno e la realtà che si intreccia a dimostrare il forte legame fra i due, pur fra litigi e modalità diverse di affrontare la vita. Un cortometraggio coraggioso dove la metafora del mare assume un ruolo fondamentale e dove emerge una frase detta dal padre al figlio: “Ti ho insegnato a credere in qualcosa” mentre il figlio prende l'ultima decisione, sofferta, complicata dalla nascita di un figlio. Immaginazione e fantasia mostrano entrambi entrare nelle acque del mare: ma mentre il padre nudo svanisce, rapito da Poseidone per  tornare nel liquido amniotico che l'ha generato e accedere ad un'altra vita. Il figlio che lo accompagna con i vestiti riemerge trasformato. Una rinascita per entrambi e la scoperta della propria individualità. In questa commistione di simbolico e corporeo nasce una modalità di rappresentazione particolare che sospende il giudizio esplicito e diviene arte.