Recensione ad opera di Catello Masullo
Genere: Documentario
Il titolo del film significa: “Un Gioiello per volontà di Dio”, la donna vista come oggetto preziosissimo, da proteggere. Le due registe viaggiano ponendosi e ponendo tanti interrogativi sul ruolo della donna nel mondo islamico, ed in particolare nel mondo degli islamici che vivono e lavorano in Italia. L’inchiesta è di grande interesse sociologico, antropologico, filosofico, sociale. Tra i tanti punti di domanda, meritano una citazione i seguenti:
Decostruire non so quanto sia fattibile. È più semplice demolire tutto ciò che è diverso da noi.
Nella vita non ci dovrebbe essere difesa, perché non ci dovrebbe essere attacco.
Gli uomini pensano di sapere cosa rende felice una donna, ma si dimenticano semplicemente di chiederglielo.
Sembra che siano le convinzioni a guidarci nella nostra vita. E invece sono certa che sono le paure ad aver guidato l’umanità.
Quando arrivavamo al fondo delle cose, la loro risposta era sempre la stessa: “perché lo ha detto Dio”. … Avrei voluto dirgli: “non pensi mai che le religioni siano state scritte dall’uomo, dal maschio, e per questo concentra tutto il potere nelle mani dell’uomo?”. Alla fine del viaggio non ci sono risposte. Forse speranze, in una possibile strada verso l’emancipazione che sia meno conflittuale possibile, che non richieda una dichiarazione di guerra.














