Recensione ad opera di Paola Dei (Psicologo dell'Arte)
Genere: Cortometraggio
Un cortometraggio efficace dove la strada degli spiriti animali guida alla scoperta dell'empatia che migliora la vita di se stessi e degli altri, grazie a piccoli gesti di gentilezza e inclusione. Gli elefanti, che danno anche il titolo al cortometraggio, sono animali capaci di cooperare, dotati di una intelligenza sociale ed emotiva molto sviluppata, sono in grado di percepire i bisogni degli altri membri della loro specie. Si abbracciano con la proboscide, e possono percepire il linguaggio umano riuscendo a captare emozioni complesse. Il termine “spiriti animali”, attribuito a Galeno di Pergamo si è tramandato fino all'800. Con questo termine si intendono quelle forze che spingono le persone ad agire con una sorta di carica vitale.
Un parallelismo perfetto per raccontarci una storia dei Vigili del Fuoco, il loro rapporto umano con coloro che cercano di salvare, non solo fisicamente a seguito di un incidente, ma anche psicologicamente, fornendo un supporto ineguagliabile con uno sguardo, con una semplice domanda e con una foto. Senza pruderie e sentimentalismi e con una musica efficace, il cortometraggio esplora tematiche di importanza fondamentale come l'intelligenza emotiva spesso confusa con le emozioni. L'empatia è qualcosa di più, è rispetto, immedesimazione, condivisione. I protagonisti, veri Vigili del Fuoco, meritano un encomio, per un lavoro che li porta in mezzo a rischi continui ma che svolgono con grande responsabilità e l'innata dote degli spiriti animali.













