SorrisoDiverso

Valutazione attuale: 5 / 5

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Il tema sottesa al corto è quella dell’ omofobia: seppure reso non attraverso violenze fisiche, ma tramite gli attacchi verbali, si riesce forse meglio a sottolinearne la durezza, una reazione al diverso che, se non dovuta a un odio ingiustificato, proviene da altrettanto dannose frustrazione e mancanza di sensibilità.

La figura del bambino è centrale, motore della trama: l’amore incondizionato verso queste creature così piccole e indifese si fa, infatti, più forte di ogni pregiudizio o di qualsiasi forma di discriminazione e avvia il processo di comprensione ed empatia che porta all’accettazione della diversità di orientamento sessuale.

Il corto è curato dettagliatamente in ogni suo aspetto: dall’interpretazione magistrale degli attori, che sono stati in grado di incarnare al meglio e senza troppi artefici i propri personaggi; alla  fotografia, passando per il make-up, la scenografia e i costumi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valutazione attuale: 4 / 5

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Due volte ci racconta come, per combattere la violenza sulle donne e I fenomeni di bullismo, sia necessario passare per un’educazione all’identità di genere, introducendo a una interessante riflessione: che siano gli stereotipi di genere a contribuire al maschilismo, all’omofobia e alla violenza.

Il protagonista ha diciassette anni, è fragile e insicuro. Per essere amato e accettato è disposto a tutto: a rinnegare sé stesso, ma soprattutto a fare e farsi del male.

Il corto, attraverso il suo vissuto, ci mostra la forza degli stereotipi, il peso che hanno sulla società.

La pressione di una comunità, strutturata per tenere ben distinti il mondo femminile e quello maschile, voluta perché uomini e donne possano interagire solo entro canoni stabiliti e convenzioni, si risolve nel senso di colpa, nel reiterato tentativo di soffocare ogni forma di deviazione dalla norma prestabilita.

Due volte è una denuncia, ma anche il seme di una speranza, di una seconda possibilità grazie alla  quale è possibile riflettere dolorosamente sul presente e superare i limiti imposti da ideali e pensieri anacronistici e arcaici. Per evolversi e restare umani. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valutazione attuale: 5 / 5

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In alcuni casi la violenza di genere può essere identificata come una mancata emancipazione culturale degli uomini che non accettano la volontà di autodeterminazione della donna? Questo corto pone molti quesiti, ma di sicuro resta una denuncia contro la pedofilia e un messaggio per le vittime combattute tra vendetta e perdono.

La tematica al centro della pellicola è coraggiosa, difficile e trattata con grande pudore: il racconto segue la storia di una figlia che da bambina ha subito abusi sessuali dal padre, del quale si mette alla ricerca dopo tanti anni, ritrovandolo in un letto d’ospedale.

Si può perdonare? Si può smettere di soffrire? Sono queste le domande che fanno da filo conduttore durante tutta la durata del cortometraggio. Un corto realizzato con l’obbiettivo di dar voce a tutte quelle vittime che non hanno potuto o voluto denunciare, con la speranza che possa indurre a riflettere e che possa essere socialmente utile a comprendere la stratificata complessità di emozioni e sentimenti che una simile situazione può produrre.