SorrisoDiverso

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Una storia raccontata non tanto per parlare della sindrome di Down come patologia, ma per disinnescare alcuni abusati cliché, che esistono perché non si sa o non si desidera conoscere un tema di questa portata. Una partecipazione cosciente, difficile o improbabile quando non si è coinvolti in prima persona con la mente e con il cuore, viene qui alimentata dal contatto diretto, da cui scaturisce l’empatia.
Un venticinquenne, appesantito da mille problemi quotidiani, trova casualmente il confronto con un suo opposto: una bambina, innocente e con una visione del mondo tutta da scoprire. Il tono della storia è naturale e scanzonato e la dinamica tra questi due caratteri diversi, che vanno a scontrarsi, è tra le più classiche, divertenti e meglio riuscite: lui che cambia grazie a lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La “maternità”, trattata nel corto, vuole solo essere un pretesto per sottintendere un messaggio importantissimo: “non arrendersi mai”. È una storia liberamente ispirata, di una donna che, raggiunta la soglia dei quaranta anni e stanca del vuoto che la circonda, decide di dare un senso alla propria vita: diventare madre. Una donna che si rifugia nella fede e che attraverso un’esperienza mistica riesce a trovare un equilibrio.
Sindrome può essere definita una parabola: la vita tutti i giorni ci pone delle difficoltà, dei limiti, l’importante è trovare la forza e la capacità per superarli o accettarli. Un corto di pochi minuti che lascia un’intensa sensazione di completezza nell’animo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un corto che stupisce, parlando delle scelte che cambiano la vita, del coraggio di compierle e di addossarsene il peso. Il tema è arduo, delicato, profondo: la voglia di perdono e comprensione fanno da trait d’union, divenendo i capisaldi della narrazione. Il regista sorprende per la mano sicura con cui disegna i tre personaggi, tratteggiandone con poche e significative pennellate, la dimensione più intima, i momenti fondamentali delle loro esistenze, fino all'epilogo tragico e insieme liberatorio, in cui, senza bisogno di molte parole, ciascuno ritrova il senso profondo delle proprie azioni e delle proprie scelte, anche quando si tratta di scelte definitive, compiute in nome dell'amore e del rispetto profondo verso chi si ama.