SorrisoDiverso

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L'ARMÉE ROUGE riesce a trasmettere la fluidità di un'unione impossibile eppure perseguita ogni giorno dai protagonisti, che le indicibili privazioni patite hanno forgiato trasmettendo loro una invincibile positività. Le terre da cui provengono sono lontane non solo geograficamente, ma in fatto di esperienze, di approccio alla vita, ai valori e alle finalità dell'esistenza, di strategie per convivere con la sofferenza superandola in un'arte spontanea, gioiosa e collettiva. E così i suoni e gli echi di quelle origini si mescolano con una città da sempre luogo multiculturale d'incontro e interscambio, gli uni arricchiscono l'altra e viceversa. L'autore rimane a fianco dei suoi personaggi consentendo loro di esprimere al meglio se stessi e, parimenti, cogliendo fratture di verità sotto la superficie “audiovisiva” che tiene unita l'“armata”.

 

 

 

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Il racconto intimo, fresco, attento ai dettagli e alle corrispondenze (amorose e innanzitutto identitarie) di un incontro, uno dei milioni di nuovi incontri che – con la complicità dei “social” – accadono ogni giorno nelle nostre città. Tra una ragazza bloccata dalla propria stessa immagine e un ragazzo, un artista, che sembra aspettarla da sempre, se è vero che il “farsi” dello spartito e del racconto audiovisivo coincide con lei e la aiuterà a rivelarsi in tutto il suo autentico splendore.

 

 

 

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Con DADALOVE Chiara Agnello, per il “fondativo” tramite di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, raggiunge la finalità più alta di un documentario: squarciare il velo e portare uno sguardo inedito su quello che si dà per “acquisito” attraverso il ribaltamento degli opposti. Gli autori permettono infatti d'esprimersi compiutamente a quelli che il pregiudizio definisce “diversi” affinché questi ultimi mettano in luce (e in crisi) la limitatezza di quello stesso pregiudizio, aprendo nuove e feconde vie di senso non solo per chi voglia essere autenticamente “attore”, ma per la comunità umana nella sua interezza.