SorrisoDiverso

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Amore e guerra, amarsi e “aRmarsi”, un parallelo stilizzato, incalzante e “a spirale”, foriero di suggestioni intelligenti e fecondamente ironiche su un'attualità tragica. Sullo sfondo della “simulazione”, ad aprire fessure di verità e speranza, gli “angoli della spiritualità” immortalati nel bianconero degli scatti di Andrea Ulivi.

 

 

 

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

L'approccio dell'autore di BRÉTEMA è guidato dal massimo rispetto, il suo sguardo parte da lontano e, quadro dopo quadro, si avvicina al microcosmo della comunità penetrando al suo interno, finché la luce non viene spenta (assieme alla narrazione) da uno degli stessi protagonisti. Gema Míguez lascia parlare i gesti, i lavori, l'interazione con la natura. Così, indagandola alla giusta distanza, sa restituire lo spirito della comunità stessa: l'auspicio di una perfetta integrazione tra l'uomo e il suo ambiente, tra muro e roccia, fuoco e farina, artificiale a naturale, senza che un elemento abbia il sopravvento sugli altri ma orbiti sempre dentro una fragile e potente armonia.

 

 

 

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

AU applica quelli che sono i fondamenti del buon documentario: mettersi da parte, dietro una quinta, e lasciar parlare i protagonisti e gli ambienti, senza spiegarli né tanto meno commentarli (al massimo, qualche inserto musicale che funge – anche – da stacco e respiro), tanto nei luoghi e negli incontri pubblici quanto nel privato e nell'intimità. Il compito dell'autore si limita quindi alla semplice e preziosa creazione di corrispondenze, di pause e accelerazioni, fughe di senso e rime con l'altro, così lontano – raggiungibile solo telefonicamente – eppure intimamente vicino. Nella frase della madre di Tima, il senso del film: “È così” (“Sic est”, verrebbe da dire mutuando il titolo di un altro documentario in concorso). Punto.