SorrisoDiverso

Il Blog di Tulipani di Seta Nera

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Claudia Marcela Angulo Murcia analizza la situazione delle persone di colore in Colombia. I temi sono quelli di acuta sensibilità sociale, dal razzismo, al senso di comunità delle persone di colore e dell’orgoglio di appartenenza delle stesse. Il linguaggio cinematografico utilizzato è molto ricercato e virtuosistico, con alternanze di immagini capovolte, inclinate, contrapposte, contrassegnate da una sofisticata ricerca estetica e poetica. Suggestive le coreografie danzanti dei personaggi protagonisti.

Critico: Catello Masullo

 

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I DSA sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento che coinvolgono l’abilità di lettura, di scrittura e di calcolo. Li conosciamo, più specificamente come Dislessia, che indica la difficoltà di lettura, oppure Disgrafia e disortografia, che indicano le difficoltà di scrittura, o ancora come Discalculia, che indica la difficoltà di calcolo. Possono rendere la vita di un adolescente un vero inferno. Fatto di discriminazione, di derisione, di bullismo, di isolamento. Tutte distorsioni da combattere. Con l’educazione e l’informazione. Il cinema è strumento potentissimo per farlo. Specie se, come fa splendidamente Andrea Bernardi, che usa il modo migliore per arrivare agli spettatori, quello dell’ironia. Ed altri strumenti propri dell’arte delle immagini in movimento, come le animazioni in sovraimpressione, titoli di coda, originalissimi, e tante altre raffinatezze registiche. Promosso a pieni voti.

Critico: Catello Masullo

 

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“Lo Scarparo” è un film del cuore e un film de territorio. Fatto da Manfredoniani per i Manfredoniani. Un film che ha coinvolto oltre 200 persone, tra le quali circa 30 ragazzi nell’ambito del progetto “Un’impresa per amica”, che nasce nel 2017 con l’obiettivo della creazione di una filiera della legalità economica e sociale. Une metà dei ragazzi ha partecipato davanti alla macchina da presa, in qualità di attori e comparse, l’altra metà dietro le quinte collaborando ai vari mestieri del cinema. Scritto, prodotto ed interpretato da Anna Rita Caracciolo, diretto da quest’ultima, a quattro mani con Matteo Conoscitore, a sua volta coinvolto anche nel ruolo di attore. Un film epico, che abbraccia un periodo che va dagli anni ’40 ai nostri giorni, ispirato alla storia vera di Vincenzo Caracciolo, padre della regista, di recente scomparso. Denso di storia, di tradizioni, di sentimenti, di nostalgia. Il film è ben rappresentato dalla frase pronunciata fuori campo dalla stessa regista nel finale, a mo’ di esergo: “Mi viene in mente la famosa frase di S. Agostino: la misura dell’amore è amare senza misura. Lo diceva mio padre. Questo film è la storia di mio padre, ma in realtà è la storia di tutti i padri. Quei padri che ci hanno permesso di arrivare fino a qui.

Critico: Catello Masullo