Ancora una volta la magnifica Serenissima è teatro del
PREMIO DI CRITICA SOCALE “SORRISO DIVERSO”
Si è svolta, presso l'Italian Pavilion – Sala Taverna, Hotel Excelsior, per il 8° anno
consecutivo la consegna del premio "Sorriso Diverso Venezia 2018"
Venerdì 7 settembre 2018 alle ore 12:00 la Sala Taverna (Hotel Excelsior) spazio Italian Pavillion alla 75° Mostra d’arte cinematografica della Biennale Venezia, si è celebrato il consueto momento di cinema sociale attraverso il Premio di critica sociale "Sorriso diverso Venezia 2018", il cui scopo è un riconoscimento rivolto all'opera presentata alla Mostra che meglio valorizza le tematiche sociali ed umane. Al premio, istituito storicamente dall’Associazione UCL (L’Università Cerca Lavoro), con Direttore Artistico Paola Tassone e prodotto da Diego Righini e Leonardo Jannitti Piromallo, quest'anno ha collaborato Born To Fly.
Presenti in sala tanti giornalisti, critici cinematografici, rappresentanti del terzo settore come due rappresentati di Born to Fly, Antonella Filone ed Emiliano Mela Massabò, l'attrice Ira Frontén e la regista Nadia Kibout.
Il Premio, presentato da Metis Di Meo, volto di Rai 1 che da anni accompagna Tulipani di Seta Nera, è stato consegnato a Ciro D’Emilio regista di “Un Giorno all’Improvviso”, dopo essere stato valutato da una giuria di esperti, composta dal Presidente Catello Masullo, Presidente del Cine Circolo Romano e dai componenti Paola Dei, Stefano Carlo Giussani, Franco Mariotti, Massimo Nardin, Rossella Pozza e Roberta Rabino.
Questa la motivazione: "All'esordio con la propria sceneggiatura originale selezionata dal Premio Solinas 2014, Ciro D’Emilio costruisce un film potente e convincente. Sempre credibile, grazie ad un apprezzabile dominio del mezzo espressivo e una sapiente direzione di attori straordinari, sopra di tutti i protagonisti: Anna Foglietta, alla sua migliore interpretazione di sempre, ed il sorprendente, giovanissimo, e strepitoso Giampiero De Concilio. "Un giorno all'improvviso affronta temi sensibili e di alta valenza sociale, quali la perdita dell’infanzia, efficacemente rappresentata nel fulminante scambio di battute tra il protagonista e la sua ragazza: “Abbiamo 17 anni! Non me ne sono mai accorto!”, e la discriminazione sociale di una madre single e un figlio, messi ai margini del contesto, tra gli svantaggiati cronici, ed animati da un disperato desiderio di integrazione. Un film amaro, un grido d’allarme che coinvolge tutti e dove il regista traccia squarci di luce che lasciano intravedere un futuro per questo figlio abbandonato dalla vita stessa".
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