SorrisoDiverso

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Eva e la sua squadra conducono un’operazione che scavalca i limiti della legalità.Tutto il processo, ripetuto chiaramente svariate volte, è scandito da passaggi meticolosi in cui ciascuno dei complici svolge un ruolo preciso. Sono tutti guidati dalla volontà di mettere un punto alle dinamiche malsane che convincono una vittima del fatto di meritarsi di restare tale.

Eva sa bene cosa significa. Lo sa perché anche nel suo passato c’è stato qualcuno che ha calpestato le sue ambizioni, fino al momento in cui lei non ha raccolto quello che restava dei suoi sogni per farne un nuovo proposito.

A volte solo una linea sottile separa il bene e il male. E’ davvero sempre sbagliato ciò che non è legale? Quando possiamo dire di essere nel giusto? La legittimità di un atto è legata alla norma e cristallizzata in legge, ma non sempre questa può abbracciare l’infinita varietà dei casi che la vita pone davanti. Vittime e carnefici sono sempre facilmente individuabili o possono essere invertiti, soprattutto quando vengono celati dalle rassicuranti mura domestiche?

Sul terreno instabile di queste complesse questioni, si pone la storia di Eva, una donna alle prese con il suo difficile compito, che catturerà lo spettatore scena dopo scena di questo brillante cortometraggio. Lei e la sua squadra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Essere diversi racconta la storia di Fabio, un giovane ragazzo disabile che, attirato con l’inganno da chi gli si era sempre dimostrato amico, vive un terribile episodio di bullismo a scuola. Episodio che viene anche ripreso e postato sui social.

La violenza del bullismo viene ricostruita in tutte le sue dinamiche e attraverso le prospettive dei diversi attori, ma soprattutto attraverso gli occhi di chi, etichettato come diverso, lasciato solo dagli amici e impossibilitato a reagire, non può far altro che subire e cercare di metabolizzare la propria rabbia e frustrazione. Ma a partecipare a queste violenze non sono soltanto le vittime e gli aguzzini: le sequenze mostrano anche la linea sottile che intercorre fra vittima e carnefice, quando si fanno strada la paura, i sentimenti e l’omertà.

Attraverso questa triste vicenda, il cortometraggio, vincitore del premio Rai Cinema Channel, vuole lanciare un messaggio e un importante spunto di riflessione per ognuno di noi: il più forte è sempre chi è capace di perdonare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sofia è una giovane ragazza apparentemente diversa dagli altri che, per via di qualche problema a scuola, finisce per isolarsi dal gruppo.

Quando un giorno i suoi compagni la vedono avere comportamenti ritenuti ambigui nei confronti di un’amica, la semplice emarginazione si trasforma in ostilità e ne pretesto per passare ai fatti. Sofia agli occhi dei compagni è una “lesbica” e per questo viene barbaramente bullizzata e violentata dal “branco”.

La storia di Sofia è anche quella dell’incontro tra diversità e ignoranza: quando la certezza delle proprie convinzioni soppianta il sospetto e si trasforma in legittimazione, la violenza si propaga come un contagio che fa venir meno la capacità di discernimento.

La pellicola, in tutta la sua crudezza, vuole lanciare un grido di allarme contro il silenzio e l’omertà che avvolgono molte delle storie in cui ognuno di noi potrebbe trovarsi coinvolto.