SorrisoDiverso

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Quella di Giulia è la storia di una giovane donna che si mantiene in delicato equilibrio tra le sue fragilità e la vita di tutti i giorni, fatta di necessità quotidiane e di lavoro.

La corsa alla normalità, sostenuta faticosamente ma, tutto sommato, con successo fino a quel momento, subisce un’improvvisa battuta d’arresto quando suo fratello Peppe, il suo principale sostegno e punto di riferimento, è sul punto di sposarsi e quindi di trasferirsi.

L’instabilità che ne consegue dà le sue prime avvisaglie sul luogo di lavoro, ma non solo: le forze che tirano Giulia dentro e fuori dal mondo, di continuo, diventano più insistenti nel contendersela. Il vortice dei ricordi dolorosi riguardanti la perdita prematura di suo padre, il senso di frustrazione per le sue ferite apparentemente insanabili e tutti i limiti che comportano, fanno sì che Giulia si ritrovi in piedi sull’orlo del baratro.

Ma alla fine Giulia riesce a decidere di appropriarsi di un destino diverso. Non dimentica il suo dolore, non lo ignora, ma inizia a medicarlo. Sapere che la sua è una storia qualunque è importante perché aiuta a normalizzare i fenomeni di disagio psicologico e la necessità di affidarsi a un sostegno concreto e professionale per cominciare a guarire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva

Florindo e Carlotta sono i due stravaganti protagonisti di questo cortometraggio, realizzato come un film muto e accompagnato da una colonna sonora che segue per tutti i suoi quindici minuti le vicissitudini dei personaggi.

Lui è un poeta disabile, arrivato in un paesino per ritirare un premio, ma che non ha mai più potuto fare ritorno a casa, per via dell’assenza di veicoli in grado di trasportare anche la sua sedia a rotelle. Lei è una prostituta che lavora e vive nello stesso paesino, circondata da altri individui altrettanto particolari e, per ragioni diverse, accomunati da un’esistenza condotta ai margini della società.

È proprio questa esistenza a essere al centro del cortometraggio. Al di là dei sentimenti di ostilità o compassione connaturati al loro ruolo e all’immagine sociale di Florindo e Carlotta esiste una dimensione umana, segreta come il cavo del guscio di una chiocciola: inaccessibile, impossibile da visitare.

Invece questo corto visita proprio quello spazio, mostrando i dolori, le difficoltà ma anche la generosità e il coraggio di esseri umani troppo spesso confusi con i loro accessori, i loro costumi, la loro sedia a rotelle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valutazione attuale: 3 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella inattivaStella inattiva

Fade Out nello spazio brevissimo del suo minutaggio racconta una storia che si sviluppa sui contorni di ruoli e avvenimenti cangianti, che variano a ogni cambio di prospettiva – in dissolvenza, per l’appunto.

Marta rientra tardi a casa, saluta il vicino del piano di sotto, suona il campanello e aspetta che la coinquilina le apra. Sulla soglia, però, non appare lei ma un ragazzo che l’accoglie con disinvoltura. Alle sue spalle, la coinquilina di Marta giace a terra.

Questa scena grottesca cala immediatamente l’episodio nell’azione: Marta cerca di difendersi e poi corre a chiedere aiuto.

La confusione e l’incertezza si insinuano in fretta nello spettatore che, procedendo nella visione del corto, cerca di rimettere insieme i pezzi spaiati del puzzle a cui tuttavia sembra sempre mancare un elemento. È proprio questo – il contesto mai del tutto ricomposto, se non proprio alla fine – a privare tutti, personaggi e spettatori, della capacità di distinguere nemici e alleati, vittime e carnefici.

Quella raccontata in Fade Out è una storia che muta e si rovescia tutte le volte che si pensa di averne afferrato i contorni. Anche grazie al sostegno di una costruzione narrativa ben concepita che permette di realizzare una vera e propria “tragedia degli equivoci”, dentro e fuori da questo corto sono tutti egualmente ciechi.