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Bullismo: attimi di intimidazione e sopraffazione, si può associare a quale fallimento?

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Di Julia D’Angelantonio.
Il bullismo è una forma di comportamento violento attuata da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei. Si manifesta con atti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica o psicologica commessa da un soggetto “forte”, il bullo, su un “debole”, la vittima, in modo intenzionale e ripetuto nel tempo. Ma le cause di questo fenomeno da dove possono provenire? Principalmente è l’assenza di una sana e coerente figura positiva di riferimento la causa maggiore per i giovani bulli. Infatti, alle elementari, come suggerisce la psicologa Francescato, nell’articolo pubblicato sull’Unità il 4 febbraio 2007, l’evidente carenza di insegnati di sesso maschile, che raffigurano una guida e che sono in grado di contenere i ragazzi, possono essere una delle concause. I bulli chi sono effettivamente? Sono alunni insoddisfatti, che hanno voti bassi, spesso bocciati, spesso essi stessi si sentono “diversi” dal resto della classe. Perciò il bullismo si può associare al fallimento scolastico.
In Italia, da un’inchiesta pubblicata sulla “Repubblica”, dal dossier sul bullismo, del 20 novembre 2010, emerge che sono più i ragazzi, 77%, rispetto alle ragazze, 68%, a causare atti di bullismo: ormai però non c’è più una grande differenza, anche se il bullismo femminile è più di tipo psicologico che fisico, ma non per questo meno dannoso.
L’81% dei ragazzi, come riporta sempre la Repubblica in questo articolo, sostiene di adottare comportamenti scorretti, al fine di dimostrare coraggio e di sentirsi grandi, anche se l’87% è pienamente consapevole che azioni come fumare, spinelli, guidare senza patente, rubare sono pericolose e il 62% li assume apposta. Il 75% degli alunni sebbene dichiari che è giusto cercare aiuto in un adulto, ammette anche, nel 53% dei casi che si farebbe giustizia da solo. Quindi il 24% considera “fifone” o “spione” chi cerca aiuto in terze persone.
Un'altra causa del bullismo riportata dal “giornale”, il 15 novembre 2007, è quella di genitori timorosi che eccedono in permissivismo, che sono pedofobi, cioè hanno paura dei bambini, di subire attacchi verbali o fisici da parte dei propri figli “padroni”. Quindi, anziché rimproverare i bambini e correggere i loro comportamenti sbagliati, i genitori preferiscono soddisfare i loro capricci e le loro richieste.
Ancora altri genitori indifferenti ai figli o semplicemente perché non hanno tempo da passare con loro, eccedono comprandogli regali e pensando così di colmare bisogni affettivi, ma senza rendersene conto in questo modo crescono ragazzi egoisti e viziati. È importante correggere e reagire contro l’atteggiamento dei bulli per debellare questo problema che affligge da troppo tempo i ragazzi, ma prima di tutto bisogna iniziare correggendo l’istruzione che danno i genitori ai figli.