SorrisoDiverso

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Uno stralunato on the road che ha il dono della leggerezza che, come diceva Calvino, è la chiave per la felicità umana. I due autori riescono ad affrontare il tema difficile del carcere senza ricorrere a nessuna immagine stereotipata e senza farci vedere mai una cella. E, in un ritmo che cresce, affrontano temi importanti come quello della colpa, della giustizia, della redenzione, attraverso un pensiero laterale che ci permette di vedere cose note con occhio differente, liberandolo da preconcetti e pregiudizi, e facendoci arrivare all’anima e al cuore dei problemi. E ci fa venire voglia di vedere un Ape-car zigana, che raccoglie ex-voto, in giro per tutta Italia.

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Dinamica e ritmata, la clip ci conduce in una sorta di danza, accompagnata dalla bella musica, che si compie tra i due protagonisti. La ragazza e il ragazzo comunicano la loro solitudine, accentuata dalle location che ben si adattano agli stati d’animo dei due giovani. Espressivi i loro volti, espressive le loro parole e i loro movimenti, che ben ricostruiscono tutto un mondo culturale e generazionale.

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Un piccolo capolavoro. Per le immagini, per la messa in scena e il montaggio e per l’utilizzo della voce off che ci aiuta ad entrare emotivamente in contatto più profondo con la storia. Una storia di per sé già fortemente emozionante, visto che racconta le giornate di una donna che si occupa di cercare e neutralizzare mine antiuomo nel Sahara. Una storia che viene raddoppiata dalla storia d’amore raccontata dalla voce off della narratrice. Il documentario è un film in tutto e per tutto, che non ha nulla da invidiare a grandi kolossal americani, ma dotato di un’anima, in cui il colore viola della veste della protagonista, i suoni del deserto, il vento, la sabbia, compongono una vera e propria poesia audiovisiva.