SorrisoDiverso

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Serve uno sguardo “alieno” per capire quanta bellezza stiamo distruggendo, quanta ricchezza stiamo dissipando e con quanta crudeltà stiamo attaccando tutto quello che ci circonda. La clip, attraverso la lente del genere filosofico per eccellenza della fantascienza, ci mette di fronte alle nostre colpe e ci invita a fare qualcosa. Il ritmo sincopato rende molto bene il senso di angoscia dello sguardo di chi vede veramente quello che sta accadendo e ci costringe ad assumere quello sguardo alieno, mettendoci di fronte a tutte le nostre colpe.

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Il riferimento a Moby Dick che ascoltiamo nell’incipit della clip ci permette di capire che il suo tema sarà quello dei mostri interiori che ognuno di noi deve affrontare. Attraverso una messa in scena espressiva, tra rottami di automobili e rifiuti industriali, il protagonista si muove alla ricerca del senso di sé stesso. La clip utilizza bene anche il montaggio per assecondare gli stati d’animo del personaggio, i suoi pensieri, che appunta sul suo taccuino, circondato solo dalla solitudine e dal silenzio. Sono le sue parole le uniche a sentirsi e a raccontarci il suo travaglio interiore. Che è poi quello di ognuno di noi.

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L’Opera dei Pupi siciliani è un intero mondo culturale che cerca di sopravvivere al passare del tempo, all’erosione della modernità. Il documentario racconta con incisività la sua strenua lotta per essere tramandato di generazione in generazione. Lo sguardo del regista coglie con semplicità e incisività lo stupore, la felicità, la meraviglia dei giovani bambini che si avvicinano a quel mondo, nelle cui storie sono nati e cresciuti, e che alterano al mondo dei videogiochi sul cellulare. La ricchezza dei Pupi, però, la loro bellezza, domina su tutto, messe in risalto dalle immagini attente e misurate dell’opera. Entriamo nella quotidianità della vita di questo padre e dei suoi figli e grazie allo sguardo antropologico del regista anche noi ci riappropriamo di tutto un mondo che appartiene alla nostra tradizione, al nostro immaginario, e che dobbiamo ricordarci di non dimenticare.