SorrisoDiverso

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Conosci qualcuno? è un cortometraggio irriverente, ma soprattutto divertente. Per un errore di accenti il signor Cirò, un giovane regista (Daniel Bondì), si ritrova davanti ad un produttore cinematografico (Max Tortora) al posto di un figlio di papà. In un climax di comicità mai esagerato gli attori esprimono al meglio le loro battute. L’equivoco plautesco dello scambio di persona è ciò che tiene in piedi il corto. Cirò in un primo momento, spaesato, cerca di spiegare al produttore, che non lo lascia parlare, quindi sta al gioco, fino a che al produttore sarà chiaro che lui non conosce nessuno ai piani alti, facendogli capire che non c’è posto in quello studio per la sua sceneggiatura. Figura essenziale è poi quella della segretaria (Alice Bellagamba), autrice dell’errore, che non poteva certo mancare in un corto comico come questo. Il montaggio è perfetto e non lascia al caso nemmeno un particolare. Insomma, un corto di qualità che sa farci ridere con una certa spensieratezza e non sembra qualcosa di già visto.

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Il corto-documentario La sedia di cartone di Marco Zuin ci racconta un momento della vita del piccolo Jeoffrey, un bambino keniano con una malattia che gli impedisce di stare anche semplicemente seduto su una sedia. Saranno i dottori del suo paese a mettere in campo le loro conoscenze per costruire una sedia speciale per lui, partendo da materiali di scarto, come il cartone. È un corto privo di dialoghi, in cui tutto è raccontato solo attraverso le immagini e le parole. Quella che suscita non è un’ipocrita compassione, ma un senso di gioia e di risoluzione: è l’umanità, rappresentata da un bambino e chi gli sta intorno, che riesce a superare gli ostacoli. La sedia fatta di cartone rappresenta la vittoria, che non dev’essere fatta necessariamente d’oro e di diamanti. Rappresenta un futuro migliore per qualcuno che non è nato con il futuro già preparato e, in qualche modo, se lo deve guadagnare giorno per giorno. Di simbolico in questo corto si potrebbe trovare tanto altro, ed è per questo che andrebbe guardato e ci andrebbero costruite sopra le riflessioni più personali.

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E' un corto che trasmette in modo completo il messaggio che porta con sé. Lo fa attraverso le cose non dette e gli sguardi tra le due donne che ne sono protagoniste. Il ritmo è crescente e porta ad una tensione che rende lo spettatore partecipe della storia e in sintonia con i sentimenti. Le due attrici sanno rendere reali i loro ruoli: Adele Pandolfi nei panni di Anna, una signora che sa ascoltare e soprattutto far parlare, e Cecilia Lupoli che interpreta Lucia, una donna che porta con sé un peso importante, quello delle violenze che subisce e non riesce a raccontare. I suoni, dalla suoneria del telefono alle note finali, e la fotografia fanno immergere completamente lo spettatore nell’opera. Questo corto drammatico è un modo coinvolgente per trattare un argomento sempre più comune, quello della violenza sulle donne, in maniera originale.