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“Il lungo e faticoso viaggio della Donna nella storia del cinema”

 

L’appuntamento con la storica kermesse creata e diretta da Franco Mariotti, divenuta Festival cinematografico competitivo al femminile, torna alle ribalte in un’edizione virtuale che avrà luogo on line sulla piattaforma Mymovies.it.

 

Lunedì 8 Marzo, in concomitanza con la “Festa della Donna”, avrà luogo sulla piattaforma Mymovies.it, all’indirizzo: https://www.mymovies.it/ondemand/primo-piano-pianeta-donna/, l’inaugurazione del XXXVIII Festival “Primo Piano - Pianeta Donna” - “Il lungo e faticoso viaggio della Donna nella storia del cinema”.

Questa data rappresenta la giornata di avvio lavori della storica kermesse cinematografica diretta e creata da Franco Mariotti; da due anni a questa parte, tale imperdibile appuntamento con il Grande Cinema Italiano, ha subito un forte “cambio di marcia”, volto a trasformare la rassegna monografica “Primo Piano sull’Autore” - di assisana memoria -, in Festival competitivo focalizzato in toto sulla settima Arte tutta al femminile.

L’imminente 8 Marzo avrà quindi luogo, a tutti gli effetti “virtualmente”, il rituale taglio del nastro di questo Festival concorsuale “in rosa” che assicura anche quest’anno un cartellone fitto di interessanti, stimolanti e nuove proposte filmiche di molteplici generi, con omaggi alle grandi registe, autrici e dive.

Il giorno di apertura del Festival, saranno visionabili su Mymovies.it, “proiettati” on line e fruibili per il pubblico in streaming a titolo gratuito - come tradizione del Festival -, quattro opere di assaggio del previsto ampio programma di questa annata.

Alle ore 18:00 si parte con il recentissimo docu-film (in Concorso) incentrato sulla figura dell'artista del ‘600 “Artemisia Gentileschi - Pittrice Guerriera" di Jordan River, nella versione in Lingua Originale con sottotitoli in Italiano.

Alle ore 19:30 il cortometraggio - anch’esso in Concorso - cartoon in semi-animation sperimentale della produttrice/regista Caterina Ponti, con cui si sta lanciando l’innovativo immersivo format “Multivisione”, intitolato “Tobia il nostromo del tempo - Reboot Edition”.

Alle ore 20:30 lo storico film in versione restaurata “È Piccerella” di una delle prime registe italiane Elvira Notari.

Il restauro di “È Piccerella” è stato realizzato nel 2018 a cura del CSC - Cineteca Nazionale, con il sostegno di ZDF/ARTE, a partire da un duplicato negativo b/n stampato nel 1968, a sua volta derivato da una copia nitrato imbibita (purtroppo ad oggi non più conservata). Il duplicato è stato scansionato a 4k e sottoposto a restauro digitale, attraverso interventi di stabilizzazione, de-flickering e pulizia dell’immagine. La versione restaurata è accompagnata da musiche originali, composte e dirette da Enrico Melozzi, su committenza di ZDF/ARTE.

Alle ore 22:00, in chiusura di questa prima giornata sul leitmotiv “Cinema al Femminile”, come homage a Liliana Cavani, il suo “Il portiere di notte”; il capolavoro sarà presentato nella sua versione integrale, nella copia restaurata nel 2018 dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale e dall’Istituto Luce - Cinecittà.

L’intera manifestazione col suo ricco e variegato palinsesto, constante di 12 opere di lungometraggio, tra film, documentari e docu-film, e 12 cortometraggi, proseguirà sempre in streaming, nei tre gg. conclusivi del mese, dal 29 al 31 marzo.

Il Festival del Deus Ex Machina Mariotti, che quest’anno, con il Direttore Artistico “2.0” Gianluca Nardulli, si articolerà per la prima volta on line, in edizione virtuale, grazie alla partnership con “Mymovies.it - Il Cinema dalla parte del pubblico”, sarà fruibile a titolo gratuito con prenotazione dei posti da parte del pubblico del terzo millennio.

Non si dimenticherà di rivolgere un doveroso ed attento omaggio a grandi Maestre dietro la Macchina da Presa ed a Dive. Oltre alle già citate Notari e Cavani, si parlerà, attraverso le loro straordinarie immagini, della iconica Lina Wertmüller e dell’indimenticabile Alida Valli.

Il Festival è promosso da AmaRcorD Associazione Culturale, realizzato con il contributo del MIBACT - Direzione Generale per il Cinema, con la partnership di Istituto Luce Cinecittà, Cinecittà News, SNGCI Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Centro Sperimentale di Cinematografia, Cineteca Nazionale, CSC Centro Studi Cinematografici, Mediterranea Productions, Pierfrancesco Campanella.

 

 

 

 

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Di Paola Tassone

 

E’ interessante scoprire come Emiliano Mazzenga, giovane compositore italiano di origini romane, ora residente a Los Angeles, sia riuscito a far parlare di se per il suo contributo al cinema attraverso la sua musica, non solo in America, anche in Europa e Asia.

Ha iniziato da bambino a suonare il pianoforte. Il sax si è aggiunto durante il liceo. Già dai suoi primi anni di attività musicale da sassofonista il suo destino si è legato al mondo del cinema. Ancora giovanissimo fu invitato a suonare durante due edizioni del prestigioso Festival Internazionale del Film Corto “Tulipani di Seta Nera”. Poi i concerti “Jazz a Cinecittà” con l’orchestra di Marco Tiso e “Il Jazz va al Cinema” con la New Talents Jazz Orchestra di Mario Corvini in alcuni dei più importanti auditorium e teatri italiani. In quegli anni Emiliano ha scritto le prime colonne sonore per il teatro e ricordando quelle prime esperienze dice ‘L’emozione di sentire la mia musica raccontare una storia insieme agli attori sul palco ha fatto scattare qualcosa di forte e irreversibile dentro di me. In quel momento ho capito e sentito che quella del compositore sarebbe stata la mia strada’.

Vedendolo oggi ad Hollywood apprezzato da registi e colleghi ricevere numerosi premi per le sue colonne sonore, possiamo dire che non si sbagliava.

Dopo aver completato il prestigioso Master di musica da film alla University of Southern California ora viene chiamato e scelto da registi importanti da più parti del mondo per contribuire ai loro film.

In brevissimo tempo ha raggiunto incredibili risultati in terra straniera. Ha completato le musiche per il lungometraggio ‘Eli Moran’ con attori protagonisti David Zayas (Dexter, Gotham) e Reynaldo Piniella (Broken City, Sneaky Pete). Le sue musiche per i lavori fatti col regista indiano Kabeer Khurana possono essere sentite su Disney + Hotstar e Amazon Prime ed è stato di recente ingaggiato per scrivere le musiche del lungometraggio brasiliano ‘Lacuna’.

Alla domanda se ci fossero altre novità ci racconta che è stato invitato dall’ Università ‘Roma 3’ a parlare l’8 Febbraio da remoto con gli studenti della sua più grande passione: La musica da film.

 

 

 

 

 

 

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1. "Buñuel nel labirinto delle tartarughe" di Salvador Simó: un azzardo coraggioso e prezioso come il documentario di cui ricostruisce la realizzazione; e come il maestro che lo aveva diretto, unico regista surrealista, là più che mai alle prese con una realtà che lo trascendeva e alla quale egli, nonostante ciò, mai abdicava.

2. "Cosa sarà" di Francesco Bruni: un'odissea privata, indicibile eppur esemplare, una delicata girandola di emozioni.

3. "L'incredibile storia de L'Isola delle Rose" di Sydney Sibilla: l'articolata e trascinante costruzione di un sogno, una utopia spezzata e illuminante, l'ennesimo successo di uno dei pochi registi italiani capaci di trasformare l'intrattenimento in autorialità.

4. "Hammamet" di Gianni Amelio: la crepuscolare trasfigurazione di un angolo della nostra storia, una ipnotica immedesimazione che, nell'inesausto dialogo tra interprete e personaggio, lascia emergere una disarmante umanità che va oltre qualsiasi valutazione storico-politica.

5. "Palm Springs" di Max Barbakow: un "Ricomincio da capo" espanso, scannerizzato, sintonizzato sull'egocentrico e divertito disincanto del terzo millennio.

6. "Undine" di Christian Petzold: una leggenda acquatica calata dentro una storia d'amore contemporanea, assoluta e beneficamente disorientante.

7. "Tenet" di Christopher Nolan: nuova immersione ipertrofica nei paradossi di scienza e coscienza di un regista che costruisce mirabolanti castelli mentali e spettacolari, sacrificando (inevitabilmente?) silenzio e mistero.

8. "Roubaix, une lumière" di Arnaud Desplechin: "Delitto e castigo" nella periferia francese, con il peso dei protagonisti capovolto attorno all'anziana assassinata, l'omicida sdoppiato e ridimensionato e l'investigatore esteso su tutto il racconto, super-occhio e voce di coscienze al margine.

9. "Lontano lontano" di Gianni Di Gregorio: una fuga improvvisata e trattenuta, un road movie a passo d'uomo, la ricognizione sottile e garbata di tre esistenze sospese tra lo scontato crepuscolo e una nuova alba inattesa.

10. "L'hotel degli amori smarriti" di Christophe Honoré: ricordi materializzati e spiazzanti dentro stanze della memoria che chiamano alla rinascita l'intensa protagonista e il suo umbratile ma tenace marito.