Per aver saputo raccontare con un uso sapiente della macchina da presa la dimensione del lavoro precario tra i cantieri navali di Palermo, riuscendo, attraverso le immagini, a rendere anche il paesaggio protagonista della narrazione.
Per aver saputo unire il linguaggio del cinema di impegno sociale a quello poetico, raccontando con grande sensibilità e con il giusto ritmo, un tema particolarmente complesso come è quello dell’autismo.
Premio alla regia per L'Armée rouge per la sua capacità a sviluppare una narrazione, tra l'esigenza del documentario e un’ispirazione cinematografica neo-realista, e aver affrontato, attraverso un'immersione nella comunità afro-napoletana, tematiche di rilievo con grande abilità artistica e sensibilità umana.
Per l’attenzione all’implicito in un ben riuscito gioco etico ed estetico del sottinteso. Nel fascino ostile di un deserto da sminare, occhi di donna “girano” scene mute di ricordi antichi e di ardimento in bilico tra normalità esistenziale e rischio. Tra immagini parlanti d’afa e di conflitti, assordanti silenzi sahariani fanno da contraltare allo scoppio delle mine pazientemente scovate, completando un insieme onirico ma reale che silenziosamente parla di fatica e dolore.