SorrisoDiverso

RECENSIONE: Stronger ​di Antonio Petruccelli

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Un bambino cammina da solo in un bosco, portando con sè una grossa valigia. La apre e inizia ad allestire con pochi semplici oggetti il suo teatrino personale, in silenzio e solitudine. Ma lui sa come riempire questo silenzio: bastano una musica solenne e gli applausi che il suo speciale pubblico gli riserva. Il bambino non sale sul "palcoscenico" come un attore qualsiasi, per interpretare qualcun altro, anzi, non vuole altro se non essere stesso e venire apprezzato, guardato, amato per quello che è. Riesce così a ritagliarsi il suo spotlight, poichè a casa non è più lui il protagonista, la scena gli è stata rubata dal continuo conflitto tra i genitori. Stronger sa trasmetterci con il solo ausilio dei gesti, degli sguardi e delle espressioni molto più di quanto potrebbero fare le parole. Possiamo così entrare in silenzio nel mondo del protagonista e assumerne la prospettiva. Particolarmente suggestivi sono i disegni del bambino che, seppur semplici, ci trasportano nella sua dimensione fanciullesca.